Teatro Verdi in passivo, spunta l'ipotesi commissariamento
Il bilancio consuntivo 2010 si chiude con una perdita di oltre 4 milioni. Cosolini: la causa in buona parte i tagli al Fus. Un piano strategico per riportare l’equilibrio
Il bilancio consuntivo 2010 del Teatro Verdi, approvato dal consiglio di amministrazione, si chiude con un passivo di 4 milioni 108mila euro. E apre l’ipotesi di commissariamento della Fondazione. Se il bilancio 2009 aveva segnato un lieve attivo - 155mila euro - ora i conti tornano in rosso. Tanto che, conferma il direttore agli affari generali Giuseppe Ferrazza precisando come il debito patrimoniale sia «salito da 19 a 23 milioni», i revisori dei conti nella relazione invitano il ministero «a valutare l’ipotesi di scioglimento del Cda, a meno che il disavanzo non venga ripianato». I bilanci 2009-2010, sommati, portano a un disavanzo superiore al 30% del patrimonio disponibile della Fondazione, sopra il tetto oltre il quale la legge appunto dispone la via del commissariamento.
Il passivo, commenta il sindaco Roberto Cosolini - che come neopresidente della Fondazione si è astenuto dal votare un bilancio frutto di lavoro altrui - «è in gran parte dovuto ai tagli del Fus», decurtato di oltre tre milioni e mezzo rispetto al previsto, cifra rimasta pesante seppure dopo il parziale reintegro del Fondo deciso dal governo negli scorsi mesi al termine di un’ondata nazionale di proteste. In lieve calo - del 5% - nel 2010 sono risultati i proventi da abbonamenti e sbigliettamento, passati da 2.567.000 a 2.440.000 euro. Ammontano a circa 650mila euro i contributi dai privati, che negli anni 2005-2007 erano tra i 900mila e il milione di euro.
Se Ferrazza sottolinea come quella del commissariamento sia un’ipotesi «remota» in quanto per prassi il ministero avvia una disamina approfondita e lunga della situazione, il sindaco ha convocato per il 14 luglio un Cda in cui discutere le linee di «un piano strategico di medio e lungo periodo» capace, «a prescindere dall’eventuale commissariamento», di raddrizzare la situazione. «Se il Fus ha inciso sul conto economico, la situazione della Fondazione appare comunque strutturalmente fragile, anche se questo è un teatro tra i più virtuosi e produttivi e con costi sotto controllo. Va affrontato dunque da subito il nodo della gestione 2011. Poi - aggiunge Cosolini - occorre lavorare a un progetto che metta in equilibrio patrimoniale il Verdi, mirando anche all’equilibrio gestionale per i prossimi anni. Non credo - aggiunge Cosolini - che si debba puntare a tagli sulla programmazione, ed escludo che la situazione vada affrontata facendo pagare il lavoro dipendente. Il duplice fine è l’offerta artistica e l’equilibrio economico».
L’intendimento del sindaco è anche quello di conferire dei beni immobili dal Comune alla Fondazione - si parla del Teatro, della Sala Tripcovich e dei laboratori delle Noghere - «ma solo dopo avere messo a punto un piano che metta quegli immobili al riparo» da eventuali pretese di banche creditrici. Prima il piano e la sicurezza che vada a buon fine, dunque, poi il conferimento di immobili alla Fondazione. Cosolini chiederà inoltre un incontro con il ministro ai Beni culturali Galan, per discutere il futuro del Verdi. E prima della seduta del 14 luglio annuncia di volere incontrare le Rsu della Fondazione.
Intanto il sovrintendente Antonio Calenda, sottolineando che i bilanci 2009-2010 si riferiscono a periodi precedenti alla sua gestione (è arrivato al Verdi lo scorso settembre succedendo a Giorgio Zanfagnin, che aveva firmato il bilancio in utile del 2009), ricorda che «la governance attuale ha già operato economie consistenti sui contratti», e confida che il ministero «considererà che il teatro ha tutta l’intenzione di recuperare le passività».
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