Tbs “tentata” dal trasloco all’ex Olcese

Prende forma il progetto dell’Ezit che punta a trasformare il comprensorio abbandonato in moderno distretto biotech
Di Massimo Greco
Foto Bruni 20.03.2015 Ex Olcese-ricognizione in vista dei lavori
Foto Bruni 20.03.2015 Ex Olcese-ricognizione in vista dei lavori

Accasare una buona porzione del distretto tecnologico triestino nelle deserte distese del comprensorio ex Olcese. «Perchè no?»: c’è la disponibilità di Diego Bravar, presidente di Tbs Group e vice di Sergio Razeto in Confindustria Venezia Giulia. Lo stesso Bravar rilancia: «Bisogna attrezzare un percorso di investimento pubblico-privato».

Convinto assertore dell’operazione e “proprietario” degli spazi da riconvertire è Stefano Zuban, presidente dell’Ezit, che si dice pronto a partire con i lavori già in questo mese perchè afferma di poter contare sul progetto, sull’impresa esecutrice, sui 10 milioni di euro occorrenti. Gli serve solo un segnale che concreti la volontà di attuare il trasferimento/concentrazione del cluster. La demolizione delle infrastrutture al servizio della teleferica Italcementi consentirà anche la realizzazione di un doppio accesso all’ex stabilimento tessile, al momento feudo dei graffitari.

Un passo indietro per inquadrare meglio l’argomento. Se ne occupa Bravar in diretta. «Da alcuni anni - dice il fondatore di Tbs - stiamo pensando come supportare lo sviluppo di un settore che in Italia cresce a un ritmo del 4% annuo. Un settore che a Trieste, anche se pochi se ne accorgono, censisce 66 aziende, 1500 addetti, 250 milioni di fatturato tra biomedicale, biotecnologico, bioinformatica».

In termini di dimensioni aziendali, il biohightech - precisa l’imprenditore ed esponente confindustriale - è caratterizzato da un 40% di micro-imprese che hanno da 1 a 9 addetti. «Con un forte rischio di disperdere questo patrimonio di competenze, perchè non ha luoghi organizzati di confronto e di scambio».

Obiezione: ma, per agevolare questo processo, non bastano Area di ricerca e Bic (l’incubatore, tra l’altro, è vicinissimo al comprensorio ex Olcese)? «Sono attività diverse per stadi di sviluppo diversi - replica Bravar - in quanto Area di ricerca e Bic assolvono a una necessità, chiamiamola, genetica, nel senso che seguono il passaggio dalla semplice idea alla start-up. Se idea e start-up rappresentano la duplice fase iniziale dell’impresa - spiega Bravar - il distretto, che vogliamo organizzare e coordinare, si colloca in una fase ulteriore, che vede la stessa impresa già avviata e strutturata».

Obiezione respinta ma subito rilanciata: non c’è comunque il rischio di svuotare due contenitori pubblici come Area e Bic? Bravar tiene il punto: «Non credo, perchè se partiamo dal presupposto che il settore cresce al 4% annuo, nel momento in cui un’azienda lievita e decide che è tempo di traslocare, lascerà il posto a una nuova idea che vuole diventare start-up. Non si svuota alcunchè, parte invece un ciclo virtuoso in cui c’è posto e c’è ruolo per tutti».

Perchè Bravar all’ex Olcese guarda anche pro domo sua, ovvero all’eventualità di un trasferimento di Tbs da Padriciano, dove il gruppo dà lavoro a 200 persone, alla città. E Tbs ha smesso da tempo di essere una start-up.

È in calendario a breve un appuntamento, dal quale Bravar si attende un segnale forte a sostegno di questo spunto “distrettuale”. Venerdì 25 settembre, nell’ambito della manifestazione di divulgazione scientifica “Next”, è previsto il “Biohitech day”, che sarà ospitato nella sede della Regione in piazza Unità. Presenzierà all’iniziativa, coordinata da Confindustria e dal Consorzio di biologioa molecolare (Cbm) guidato da Edi Jerian, una trentina delle 150 aziende regionali operanti nel settore.

E verrà illustrato l’accordo-quadro tra Università (Bravar siede anche nel cda dell’Ateneo triestino) e Confindustria «per un aiuto reciproco» nel campo di quelle che il burocratese euro-regionale definisce “specializzazioni intelligenti”, indicandone i comparti finanziabili.

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