"Tattoo? C’è chi lo vuole sul palmo della mano"
Appassionati e semplici curiosi alla seconda edizione dell’Expo alla Marittima

Luca è disteso su un lettino. Il suo volto è contratto da una smorfia di dolore mentre una ragazza dai capelli biondi platino gli tatua un motto latino sulle costole. È solo uno dei partecipanti al secondo "Tattoo Expo", manifestazione internazionale organizzata dall’associazione Tattoo Crew, che nel weekend ha permesso ad appassionati e semplici curiosi di ammirare le opere di tatuatori provenienti da varie parti del mondo.
In tanti hanno approfittato dell’occasione per farsi un tatuaggio, ma non è mancato chi si è recato alla Stazione Marittima solo per passare una giornata diversa, comprare una maglietta, un piercing o curiosare tra le decine di stand. Accanto a bikers e punk si sono viste infatti anche famigliole con tanto di passeggino e bebè al seguito e qualche distinto signore che si aggirava con aria un po’ perplessa tra adolescenti con creste viola. Come Luciano, 68 anni, arrivato al Tattoo Expo per volere della moglie coetanea, indecisa se farsi tatuare una farfalla oppure un cavalluccio marino.
Loredana e Marghe hanno accompagnato i mariti tatuatori e esibiscono con naturalezza quasi dieci tatuaggi ciascuna. Come le stelline che ornano la fronte di una e l’anulare dell’altra. Secondo loro i tatuaggi oggigiorno sono presi «un po’ troppo sotto gamba. Gli studi - spiegano - sono numerosi e non tutti sono dei veri professionisti. Il tatuaggio è arte stesa sulla pelle e non puoi sbagliare. Oltretutto la mentalità in Italia è diversa, non è come in America, in Inghilterra o in Francia. Qui se hai un tatuaggio può ancora capitare di perdere un lavoro, ma qualche cosa sta finalmente cambiando». Complice anche il mondo televisivo, che con le sue mode influenza soprattutto i giovanissimi. «Capita che nel nostro studio di Venezia vengano ragazzini con le foto dei tronisti di Maria de Filippi o delle veline - racconta Elena, che lavora con il marito Daro - ma noi incoraggiamo a fare le cose pensandoci bene sopra». Come Davide, di Padova, che sconsiglia di tatuarsi i palmi delle mani «a meno che il cliente non sia già pieno di tatuaggi: allora è un'altra storia».
Spesso i tattoo vanno a braccetto con i piercing. Stefano ne ha 15 e per lavoro fora la pelle dei suoi clienti inserendoci anelli in titanio. «Soprattutto su sopracciglia, lingua e ombelico. Ma anche i genitali sono all’ordine del giorno» - aggiunge con naturalezza.
La riuscita della manifestazione si legge chiaramente sui volti dei partecipanti. Per alcuni sarà stato solo un pomeriggio diverso, fra il brusio delle macchine per tatuaggi e la musica rock. Altri ne porteranno il ricordo permanente sul corpo, sotto forma di disegno. Ma al momento le loro facce - tatuate o no, con orecchini o meno - sono tutte sorridenti.
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