Tasse universitarie, il record a Odontoiatria

Gli aspiranti dentisti pagano quasi il 40% in più rispetto ai laureandi in Lettere. Importi compresi tra 530 e 2730 euro a seconda della fascia di reddito

La scelta della facoltà universitaria? Una questione di testa e di cuore, certo. Ma anche di portafoglio. Oltre ad interrogarsi con onestà su inclinazioni personali e prospettive occupazionali legate a ciascun percorso formativo, infatti, prima di compilare i moduli d’iscrizione è bene farsi due conti. Sì perchè a livello di spese richieste agli studenti e alle rispettive famiglie, un corso non vale l’altro. Al contrario tra le varie lauree esistono differenze molto marcate. Come sanno bene, loro malgrado, gli aspiranti dentisti, chiamati a pagare tasse superiori anche del 35-40% rispetto a quelle richieste ai futuri architetti, avvocati o insegnanti.

Corsi più cari. Il poco invidiabile titolo di corso più caro dell’intero ateneo spetta proprio alla laurea specialistica e magistrale in Odontoiatria e protesi dentaria, classificata come gruppo C. Per conseguire quel titolo le matricole devono sborsare centinaia di euro in più rispetto ai colleghi di qualsiasi altra facoltà. La differenza precisa dipende dal reddito di partenza e, di conseguenza, dalla fascia di contribuzione (in totale sono 14) in cui si è inseriti a seconda dei parametri Isee. Chi, per esempio, si trova nella fascia più bassa (Isee fino a 2.499 euro), per scoprire i segreti di otturazioni e cure canalari dovrà pagare 530 euro, a fronte dei 350 euro richiesti ad una matricola con lo stesso reddito iscritta ad un corso del gruppo A, come Lettere, Giurisprudenza o Scienze della Formazione. Chi è inserito in una fascia di mezzo (Isee tra 22.500 e 27.499 euro) pagherà 1.175 euro di tasse contro le 755 di un futuro ingegnere o architetto. Quanti invece sono nella fascia più alta (è il caso di chi ha un Isee sopra gli 80mila euro e di chi è già in possesso di un’altra laurea), saranno tenuti a versare una cifra di quasi mille euro superiore ai colleghi del gruppo A: 2.730 euro a fronte di 1.735.

Lauree “low cost”. Mentre il gruppo C conta un unico corso di laurea, la classe A, quella più abbordabile, è molto più numerosa e contiene la maggior parte delle lauree triennali, specialistiche e magistrali attivate dall’Università triestina. A pagare le tasse più basse, dunque, sono gli iscritti di Architettura, Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Medicina, Lettere, Scienze della Formazione, Scienze politiche e gli studenti del corso in Matematica e informatica attivati a Scienze. Il fatto di pagare meno, naturalmente, non significa però che in assoluto si paghi poco. Gli importi restano significativi: chi ha un Isee tra 15mila e 17.499 euro, per esempio, pagherà 650 euro di tasse, chi certifica redditi tra 40mila e 49.999mila euro, invece, dovrà effettuare versamenti per 1.290 euro.

Fascia di mezzo. Nutrito anche il numero dei percorsi inseriti nel gruppo B a cui corrispondono gli importi intermedi. Nell’elenco, in questo caso, figurano i corsi della Scuola interpreti, Farmacia, Scienze (ad eccezione, come detto, di Matematica e informatica inserita come detto nelle lauree “low cost”), il corso di laurea in Biotecnologie e la specialistica/magistrale in Biotecnologie mediche, oltre ai corsi specialistici e magistrali di Psicologia. Anche qui gli importi variano in funzione del reddito. Con un Isee tra i 55mila e i 64.999 euro, se ne vanno in tasse universitarie 1.465 euro. Cifra che sale a 1.650 euro nella fascia Isee immediatamente successiva. Gli importi del gruppo B, esattamente come quelli delle altre tipologie di corsi, comprendono già anche la tassa d’iscrizione all’ateneo (190 euro), l’imposta di bollo (14,62 euro) e la tassa regionale (110 euro).

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