Tasse non pagate, “pace fiscale” a Trieste: sanzioni annullate per duemila cittadini
TRIESTE Sanzioni annullate per oltre 2 mila “renitenti” al pagamento delle imposte comunali. È l’esito della delibera di iniziativa consigliare approvata all’unanimità dal Consiglio comunale lunedì sera e che punta a incassare 2,3 milioni di euro di tasse non pagate rinunciando a 1,2 milioni di sanzioni. Un’iniziativa nata dalla Lega ma votata da tutta l’assemblea, anche se non mancano i dubbi (nel centrosinistra ma non solo) su quanti saranno infine i cittadini che sceglieranno di approfittarne. E quindi su quanti fondi rientreranno nelle casse comunali.
Il Comune abdica quindi alle sanzioni, ma continua a esigere il pagamento delle imposte e degli interessi per le ingiunzioni inviate fra 2016 e 2017, riferite quindi a crediti non pagati nel biennio 2011-2012.
Primo firmatario della delibera di iniziativa consigliare è il consigliere leghista Everest Bertoli: «Il provvedimento è legato a una legge nazionale, il decreto Crescita, che dava questa possibilità ai Comuni e Trieste è uno dei primi a farlo». C’era tempo fino al 30 giugno per approvarlo e la delibera era stata depositata il 10 del mese: «Approvata in 14 giorni, ringrazio tutti - commenta Bertoli -. In questo modo potremo aiutare non i furbetti, ma i cittadini e le imprese che oggettivamente non erano in condizione di pagare».
Così Antonella Grim del Pd: «Votiamo a favore nella speranza che il provvedimento serva ai cittadini che non sono riusciti a pagare per il peggioramento della loro situazione reddituale e per sanare la differenza fra Trieste e gli altri Comuni che già posseggono strumenti simili. Ribadiamo con forza che i controlli sui “furbetti” devono proseguire senza sosta».
Analoga la posizione del capogruppo forzista Alberto Polacco: «Votiamo un’iniziativa prevista dalla legge nazionale perché pensiamo possa andare in aiuto a chi è in difficoltà. Deve restare però la tolleranza zero verso i “furbetti”: Trieste è una città di senso civico». Rilancia l’azzurro Michele Babuder: «Le 2200 persone sono già state accertate nel 2014 e oggetto di ulteriore ingiunzione nel 2016. Sono favorevole ma ridimensionerei le aspettative: difficilmente pagheranno nel 2019».
Il consigliere della Lista Dipiazza Roberto Cason ha proposto un ordine del giorno che, dopo qualche resistenza da parte della giunta e del sindaco, è stato infine approvato dall’aula: «Chiedo, se possibile, che l’assessore alle Partecipate Francesca De Santis faccia in modo che Esatto invii delle lettere ai potenziali destinatari della misura. Sono un consulente tributario e so bene che misure del genere rischiano di restare sulla carta se non vengono diffuse a sufficienza».
Tornando all’opposizione, questo il parere del M5s Paolo Menis: «Non si tratta di un condono perché restano i tributi e gli interessi, si rinuncia solo alle sanzioni. In questo modo il Comune incentiva il possibile recupero di oltre due milioni di euro. Vero però che è difficile capire caso per caso chi sono i furbetti e chi le persone in difficoltà». Si associa la collega Cristina Bertoni: «Sarebbe stato bene avere dati più approfonditi».
Tornando sui banchi del centrosinistra, anche la consigliere civica dei Cittadini, Maria Teresa Bassa Poropat, auspicava più informazioni: «Ho votato a favore perché la misura potrebbe aiutare sia le casse comunali che dei cittadini in difficoltà. Resta il fatto che la delibera è arrivata in commissione la mattina di lunedì per approdare in aula la sera del giorno stesso. Con questi tempi e con così pochi dati a disposizione è difficile esprimersi. Certo è che Esatto dovrà comunicare la cosa, se la si vuole fare sul serio».
La consigliera di OpenFvg Sabrina Morena osserva che «sarebbe stato meglio prevedere una gradualità in base all’Isee, altrimenti resta un fondo di iniquità come nel caso della flat tax».
Per Roberto De Gioia di Verdi-Socialisti «finalmente si smette di parlare solo di sicurezza e si fa un ragionamento sociale: il Comune rimpingua le casse, si aiutano i cittadini e poco cambia per i “furbetti”, che comunque non avrebbero pagato». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo