Tasse e tariffe inalterate, niente Irpef

È il primo bilancio di previsione targato Ziberna. E c’era una certa curiosità di vedere come è stato confezionato e, soprattutto, se la pressione fiscale sarebbe rimasta inalterata come durante l’era Romoli. E il responso è, ancora una volta, all’insegna della continuità, per la pace dei contribuenti ai quali non verranno chiesti sacrifici supplementari, visto che tasse e tariffe rimarranno “inchiodate” agli anni precedenti.
L’Irpef
questa sconosciuta
«Anche nel 2017 Gorizia rimarrà al top in Italia per quanto riguarda il basso livello di tassazione locale», fanno suonare le trombe il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore (presto sostituito da Obizzi vista la carriera da parlamentare) Guido Germano Pettarin. La ricetta è presto detta. Oltre a non comprendere l’applicazione dell’addizionale Irpef, il primo bilancio di previsione dell’era Ziberna, che approderà in aula nei prossimi giorni ma ha già ottenuto il via libera della giunta comunale, prevede una diminuzione della Tari e il mantenimento delle stesse tariffe dello scorso anno nei settori del sociale e dell’istruzione, «già fra le più basse in Regione», rimarcano con soddisfazione da piazza Municipio.
Rimarranno inalterate anche l’Imu per seconde case e imprese che rimarranno ancorate al 7,2 per mille. Non solo: il documento contabile, che pareggia a 96 milioni di euro continua a registrare un debito residuo, a carico dell’ente, praticamente inesistente: circa un milione di euro, il più basso di sempre.
Casse comunali
in salute
«Non si può non rilevare che abbiamo trovato una situazione contabile in Comune più che sana – commenta il sindaco Ziberna -, grazie a una gestione precedente (si riferisce all’amministrazione Romoli, ndr) effettuata con grande oculatezza. Che dire? Per il 2018, continueremo su questa strada. Tutto ciò senza ridurre i servizi, anzi garantendone l’alto livello quantitativo e qualitativo, in particolare nei settori del sociale e dell’istruzione. Non posso che essere orgoglioso di questo, anche se c’è il rovescio della medaglia che mi amareggia molto e mi porta a pensare che questo senso di responsabilità venga apprezzato da pochi e, forse, anche deriso da qualcuno».
A cosa si riferisce il capo della giunta comunale? La lingua, si sa, batte dove il dente duole e il pensiero va, nuovamente, alla norma europea relativa al vincolo di bilancio. Avere i soldi e non poterli spendere: questo è il paradosso della gran parte dei Comuni italiani, Gorizia compresa, che si trovano ad avere nelle casse un “tesoretto” più o meno cospicuo per effetto dell’avanzo di amministrazione, ma che non lo possono utilizzare a causa delle nuove imposizioni Ue. «Nonostante il fatto che il Comune di Gorizia non abbia debiti e sia fra le realtà italiane in cui la tassazione è più bassa non possiamo spendere l’avanzo di bilancio. Ci ritroviamo con oltre dieci milioni di euro che vorremmo utilizzare per migliorare le scuole, gli impianti sportivi e altre strutture, oppure sistemare strade e marciapiedi ma non possiamo farlo perché lo Stato, seguendo senza contestare alcune indicazioni europee, ci impedisce di spendere questi soldi. Assurdo. È questa l’Europa lontana dai Comuni e dai cittadini che va cambiata».
Le tariffe
dei servizi
Tornando al bilancio e al capitolo dei “Servizi a domanda individuale”, va sottolineato che il Comune copre con fondi propri la gran parte delle spese in diversi settori. Ad esempio: per lo scuolabus il 93% è a carico dell’ente così come circa il 72% delle spese per impianti sportivi e il 90% di quelle per il Castello.
La spesa più importante, in quest’ambito, riguarda (ancora una volta) la casa di riposo Culot il cui costo complessivo di circa 1.700.000 euro viene coperto per il 43% dalle casse comunali. Va rimarcato che per i servizi pubblici a domanda individuale, i Comuni, le Province laddove esistono ancora, i loro consorzi e le comunità montane sono tenuti a richiedere la contribuzione degli utenti, anche a carattere non generalizzato.
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