Tassa sui rifiuti, Trieste doppia Udine

TRIESTE. Padre, madre e figlio residenti in un appartamento di 100 metri quadrati pagano a Trieste 302 euro di Tari, il tributo sui rifiuti che vale in Italia circa 8 miliardi di euro. Un balzello, per la famiglia del capoluogo regionale, quasi doppio rispetto a un corrispondente nucleo udinese: 161 euro. E di molto superiore anche alla tariffa pordenonese: 197 euro. A Gorizia il conto è invece di 268 euro.
L’indagine La fotografia sulla Tari 2015 nei capoluoghi è del Creef Federconsumatori e il quadro (con l’eccezione dei comuni siciliani che hanno tempo fino al 30 settembre per l’approvazione definitiva di bilanci preventivi e tariffe) si presenta completo. E certifica il primato di Udine in regione.
Udine da record Guardando la classifica al contrario, vale a dire partendo dalla tariffa più bassa, il capoluogo friulano è al terzo posto dietro a Isernia (155 euro), che non ha però reso disponibile il dato 2015, e Vibo Valentia (157 euro). La top ten dei comuni meno cari sul fronte rifiuti è completata da Belluno (164 euro), Brescia (173), Mantova (186 euro), Verona (190), Trento e Bolzano (192), Cremona (193). Il direttore generale dell’azienda udinese Net Massimo Fuccaro commenta «un risultato che va di pari passo con l'aumento della qualità del servizio, confermata dai livelli di soddisfazione espressi dagli utenti. Il mantenimento della tariffa tra le più basse d’Italia e l’incremento della raccolta differenziata – prosegue Fuccaro – sono per noi motivo di soddisfazione e dimostrano che una gestione efficiente della raccolta dei rifiuti è possibile, certo non senza sforzi, con modelli diversificati».
Le maglie nere Partendo invece dalla tariffa più alta, il primato negativo è di Cagliari (497 euro), quindi Salerno (468), Reggio Calabria (465), Benevento (449), Napoli (448), Grosseto (414), Pisa (407), Nuoro (397), Roma (396) e Caserta (395).
Il caso Trieste Trieste è quarantaduesima con i 302 della Tari 2015, una cifra superiore non solo a quella degli altri capoluoghi del Friuli Venezia Giulia, ma anche alla media italiana (287 euro). Un dato che l’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni invita però a guardare in un contesto «non facile», quello di una trattativa con AcegasAps-Amga «serrata e in alcuni casi molto vivace». E dunque Laureni sottolinea «con molto orgoglio» che negli ultimi tre anni «il piano finanziario della multiutility non è aumentato di un centesimo: perché venga garantito il servizio di raccolta comprensiva di spazzamento e smaltimento, versiamo la stessa quota del 2013, circa 29 milioni di euro più Iva». Si tratta dunque di «un mero passaggio di denaro: quello che l’azienda ci chiede, e siamo appunto soddisfatti di avere mantenuta la richiesta invariata, lo dobbiamo inevitabilmente recuperare da cittadini e imprese».
L’inceneritore La presenza dell’inceneritore? «Entra nel bilancio complessivo della gestione rifiuti – riassume ancora Laureni –, dato che chi lo utilizza da fuori Trieste paga tre euro a tonnellata, risorse che entrano nelle casse comunali. Dopo di che, nel bene e nel male, l’inceneritore è un elemento che rappresenta la città. Un impianto del genere che lavora a pieno regime rappresenta oggettivamente una contraddizione, ma è compito di ogni amministrazione locale fare delle scelte».
I confronti Tornando ai dati raccolti da Creef Federconsumatori in Fvg non si riscontrano troppe differenze rispetto all’anno precedente, ma si va comunque al ribasso (in controtendenza con il +1% medio nazionale). La tariffa – sempre per una famiglia di tre persone in un edificio di 100 mq presa come punto di riferimento – rimane la stessa a Udine, mentre diminuisce nel 2015 di 8 euro a Gorizia (-2,9%), di 6 euro a Pordenone (-3%) e di 4 euro a Trieste (-1,2%). L’indagine pone a confronto anche il 2015 con il 2010. In questo caso calano Trieste (del 2,3%), Gorizia (del 9,5%) e Udine (dell’8,5%), mentre Pordenone è in decollo (+28,8% nel quinquennio).
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