Tariffa simbolica nei dodici ricreatori dopo il crollo d’iscritti

Rischiano di passare di moda, i ricreatori. Estinti tra videogiochi e smartphone. Meglio un cellulare in mano, pare, che due tiri a pallone sotto casa. Se n’è accorto il Comune che, davanti al preoccupante calo di iscritti, ha deciso di fare la sua parte: togliere le tariffe.
A partire dal primo gennaio 2018 nelle dodici strutture cittadine si entrerà praticamente gratis. Chissà se basterà a riportare bambini e ragazzi, come una volta, a scorrazzare liberi all’aria aperta o a sfidarsi a dama e scacchi. Intanto il bilancio del municipio, grazie all’idea dell’assessore Angela Brandi, riporta la decisione: soppressione delle quote introdotte nel 2012.
Negli ultimi anni, a ben vedere, si pagava fino a 221 euro, a seconda della fascia Isee. Un freno, coi tempi di magra, per le famiglie triestine. Ma dal prossimo anno sarà sufficiente versare una somma simbolica di 12 euro. «È un modo per rilanciare i nostri ricreatori», conferma Brandi, che ha studiato l’operazione già a gennaio. In effetti con l’introduzione delle rette obbligatorie, avvenuta nel 2013, gli iscritti sono scesi progressivamente passando dai 3. 500 di quattro anni fa, ai circa 1.600 attuali.
Il Municipio, dal canto suo, dovrà rinunciare a un incasso certo. Ma l’assessore ha lavorato con i suoi uffici per portare a casa il risultato. «Questo bilancio – ci tiene a precisare Brandi – non avrà alcun aumento dei costi per i servizi resi ai cittadini. Nonostante quanto paventato, per mense, asili, centri estivi, concessione delle aule scolastiche, ricre-estate e tutto ciò che compete al mio assessorato, non abbiamo cambiato nulla. Inoltre – ricorda – puntiamo a incrementare i posti nei nidi convenzionati. Il periodo per i conti comunali non è certo florido, ma comunque questa amministrazione è riuscita a chiudere il bilancio senza alcun ritocco alle tariffe. E, anzi, sui ricreatori abbiamo scelto di agire in questo modo: solo la quota di 12 euro», ripete.
Ma il bilancio comunale, che l’aula si appresta ad approvare, continua a sollevare polemiche. Ancora sulle prospettive di assunzione che la giunta Dipiazza ha in mente. Il programma, come emerso in questi giorni, è portare in municipio forze fresche: 132 le persone che dovrebbero entrare a cominciare dal 2018, pescate tra concorsi e graduatorie già esistenti, a fronte dei 197 verso il pensionamento.
«È paradossale che l’assessore Lobianco abbia definito “romantica” la previsione regionale che consente finalmente ai comuni, quindi anche a Trieste, di assumere garantendo il 100% del turnover», obbietta Antonella Grim, consigliere comunale del Pd e segretaria regionale del partito.
«Il provvedimento favorisce il ricambio, soprattutto giovane, negli enti pubblici». Ciò è possibile «dopo anni di blocco quasi totale del turnover voluto dal centrodestra e dalla giunta Tondo, che ha messo in ginocchio molte pubbliche amministrazioni, con la norma che prevedeva la possibilità di sostituire solo il 20% dei pensionati. Norma a cui si è poi tentato di mettere la pezza e che finalmente è stata superata. È anche così che si rende la macchina pubblica più efficiente e moderna, non solo a slogan. Questa è un’occasione importante, auspico che Lobianco sappia cogliere l’opportunità».
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