Tari, più è grande la famiglia e più si alza la tassa sui rifiuti
È cambiato il nome, da Tares a Tari. E con esso sono cambiati i parametri per calcolare le bollette. Ciò che non cambia, a leggerla con la pancia, oltre che con la testa, è la tendenza che si rinnova di anno in anno un po’ dappertutto: quella di un’imposta che si fa puntualmente - e generalmente - più cara. Facendoci due conti, e confrontando i risultati con quelli del 2013, vien fuori che per il 2014 la tassa sulle immondizie - approvata l’altra notte in Consiglio comunale con l’Imu - costerà di più per la maggior parte delle famiglie, ancorché in misura variabile. Già perché gli aumenti - o meglio le variazioni, dato che in alcuni casi minoritari la tassa può pure diminuire - non si mostrano proporzionali: la filosofia su cui poggiano le novità, evidentemente, è quella secondo cui la Tari ex Tares, pur essendo un’imposta, è impostata - passi il gioco di parole - come una tariffa, più che come un’imposta basata sul principio del “paga di più chi ha di più”. Già ci pensano, a quello, altri tipi di tributi, a cominciare dall’Irpef. Che significa, allora? Che qui si paga di più a seconda dell’utilizzo del servizio. Ne consegue che la tassa sui rifiuti diviene più cara, per un nucleo familiare, mano a mano che sale il numero dei suoi componenti. La “grandezza” della famiglia, insomma, ora incide decisamente più di quella di una casa, in termini di metri quadrati.
E così, da un filotto di calcoli fatti sulla base dei nuovi parametri, tenendo in conto una serie di famiglie e case “tipo”, risulta che i rincari più sensibili (si veda la tabella) interessano le abitazioni più piccole occupate da più persone, piuttosto che quelle più grandi in cui vivono in pochi. Due casi-limite: cinque familiari che stanno in 50 metri quadrati pagavano 267 euro e ne pagheranno 333, per un +25%, mentre una coppia sola che abita in 125 metri quadri doveva sborsare 322 euro e adesso ne sborserà 290, risparmiando un 10%. Esempio indicativo per tutti è l’oscillazione dell’entità della nuova tassa riferita a un nucleo familiare di quattro persone (padre, madre e due figli): in una casa di 50 metri quadrati la Tari sale da 225 a 268 euro, per un incidenza percentuale del 19%, in un’altra di 75 passa da 286 a 310, per un +8%, in una terza da 100 metri quadri si sposta da 346 a 352, sotto il 2% d’aumento, e infine per 125 metri quadri scende da 406 a 394, per un -3%.
Chi si vuole divertire, o è semplicemente cuorioso di vedere subito quando dovrà pagare di Tari prima che gli arrivi la bolletta di Esatto, può calcolarsela sommando la cosiddetta quota variabile alla cosiddetta quota fissa, moltiplicata per i metri quadrati, e aggiungendoci come nel 2013 il 5% di tributo provinciale ma non più i 30 centesimi per metro quadro di copertura dei costi indivisibili dovuti allo Stato, che da quest’anno rientrano nella Tasi. La tabella dei parametri di calcolo - approvata dal Consiglio comunale - prevede una quota fissa, da moltiplicare per i metri quadri, che vale 1,12 euro per una famiglia di un solo componente, 1,32 per due, 1,48 per tre, 1,60 per quattro, 1,73 per cinque e 1,83 per sei o più. La quota variabile vale a sua volta 47,77 euro per un componente, 111,47 per due, 143,32 per tre, 175,17 per quattro, 230,90 per cinque e 270,71 per sei o più.
«Le differenze tra la Tares del 2013 e la Tari del 2014 - osserva l’assessore al Bilancio Matteo Montesano - riguardano più che altro le utenze domestiche, poiché aumentando le quote variabili e diminuendo le quote fisse i nuclei con più componenti andranno a pagare un po’ di più e quelli con meno pagheranno un po’ meno. Le aliquote sulle utenze non domestiche, invece, non subiscono sensibili variazioni, anche se abbiamo cercato di venire incontro alle attività economiche, in particolare ai locali pubblici, detassando del 50% le aree esterne come possono essere per esempio giardini e cortili interni di un ristorante».
@PierRaub
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo