Tari gratuita per i meno abbienti, ipotesi rincaro per tutti gli altri

Il bonus rifiuti deciso a Roma per le fasce Isee più basse mette in crisi i conti del bilancio comunale. La somma mancante potrebbe essere spalmata sugli altri utenti
Spazzini al lavoro
Spazzini al lavoro

TRIESTE Il governo giallo-rosso dispone che le fasce più basse Isee non pagheranno la tassa sui rifiuti (Tari)? Commendevole l’ispirazione sociale, dalla quale però sorge un dubbio che angustia il vice-sindaco Paolo Polidori e il direttore del dipartimento finanziario comunale Vincenzo Di Maggio: chi salderà quella porzione di tributo da cui le famiglie indigenti saranno esonerate? Provvederà il Municipio medesimo oppure il mancato introito sarà gioiosamente spalmato tra gli utenti-contribuenti in grado di onorare la bolletta? Perchè se il governo centrale è magnanimo, AcegasApsAmga, fornitrice del servizio, lo è meno.

Imu e Tari scontate e fondi agevolati: la legge Bini punta su negozi e turismo
Turisti in centro a Trieste: proprio il turismo è uno dei settori più coinvolti nel disegno di legge


L’argomento è una delle spine che cinge il bilancio 2020, bilancio, che nonostante gli auspici di Polidori desideroso di chiudere i conti a inizio anno, andrà invece in discussione verso la fine di febbraio, come ormai prassi da molte consigliature. Troppi gli adempimenti tecnici e le novità normative da metabolizzare.

Una di queste riguarda, come abbiamo appena visto, la Tari, che rappresenta nell’esercizio finanziario municipale una ricca posta pari a circa 33 milioni di euro. Sulla carta: perchè di fatto l’elevato tasso di morosità si aggira attorno al 20%, cioè il Comune non riesce a incassare tra i 5 e i 6 milioni/anno. Un’evasione ormai cronica - commenta Polidori - legata in parte a condizioni reddituali e in parte a cattiva costumanza. Se poi sarà necessario ablare dalla cifra anche le fasce di minore abbienza, questo rinsecchirà ulteriormente l’incasso.

Dall’Imu alla Tari in Fvg. In arrivo nel 2020 la mini rivoluzione dei tributi locali
li assessori alle Finanze e alle Autonomie locali Barbara Zilli e Pierpaolo Roberti nell’aula del Consiglio


Di quanto? Al momento Polidori & Di Maggio, in attesa di apprendere dalla Capitale quali criteri adottare (quante fasce interessate? quanto esonero totale?), non lo sanno e non lo possono neppure ipotizzare. Risolte invece altre due questioni sempre sulla Tari, che riguardavano l’imposizione dell’Iva e l’incidenza dell’evasione in bolletta.

Confermato inoltre il minore introito dagli utili di Trieste Trasporti (60% Comune), che, rispetto alle trascorse stagioni, inietterà nelle casse del Municipio 2 milioni in meno, causa il maggiore impegno chilometrico richiesto per vincere la gara regionale sul trasporto pubblico.

Roma contesta il calcolo della Tari di Trieste, in bilico 5 milioni e il bilancio trema
Lasorte Trieste 02/11/16 - Piazza Unità, Municipio


Dopo le notizie più indigeste, arriva finalmente la magnesia. Innanzitutto Polidori, che è assessore al Bilancio, annuncia che anche quest’anno non saranno vendute azioni Hera per finanziare le opere pubbliche: il Comune si tiene in cassaforte un gruzzolo pari a 220 milioni di euro. In teoria ne potrebbe alienare per un valore di 36 milioni, ma Polidori & Di Maggio hanno vinto la loro battaglia all’interno della giunta e così il “tesoretto” non si toccherà. Il Comune potrà contrarre senza sbilanciarsi nuovo debito con Cassa depositi e prestiti (Cdp) per un totale di 9,4 milioni, che saranno destinati a strade e scuole (5 milioni) e a impianti sportivi (4,4 mln). Un finanziamento che accresce a 117 milioni complessivi l’impegno del Piano triennale delle opere.

Polidori & Di Maggio fanno due calcoli sulle azioni Hera: oggi il titolo vale quasi 4 euro con un dividendo pari a 0,13 centesimi, ovvero il 3,25%. Il finanziamento di Cdp avviene a un tasso fisso dell’1%. Insomma - dicono i nostri interlocutori - perchè privarsi di un asset patrimoniale che nell’ultimo biennio ha fruttato un plusvalore di 94 milioni? —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo