Tari “agevolata” per i ristoranti e i locali di Gorizia. La tariffa base Imu resta al 7,6 per mille
Il documento contabile dovrà fare a meno della riserva straordinaria di 600 mila euro dell’Apt. Conti da far quadrare
Una delle ultime sedute della giunta comunale di Gorizia Foto Pierluigi Bumbaca
GORIZIA Un contributo di 50 mila euro per l’abbattimento della Tari (acronimo di tassa rifiuti), rivolto alle attività di ristorazione e somministrazione, in parole più povere a ristoranti, trattorie, bar. E poi, tariffa base dell’Imu al 7,6 per mille, nonostante il Governo abbia imposto di portarla all’8,6. Un provvedimento preso «per non gravare sulle tasche dei cittadini in un momento difficile per l’economia non solo della città ma a livello globale». E comunque non si tratta di una misura trascurabile perché comporterà un incasso di 500 mila euro in meno per il Comune.
A fornire alcune delle novità del nuovo bilancio di previsione del Comune di Gorizia è l’assessore comunale alle Finanze Dario Obizzi. Che evidenzia come il documento approderà in Consiglio comunale alla fine di marzo, sempre che non intervengano altre novità relativamente alle misure di prevenzione e contenimento del coronavirus. Le riunioni preparatorie si susseguono «e il lavoro che si sta facendo è davvero positivo - commenta Obizzi -. L’obiettivo è quello di dare una mano alle attività economiche in difficoltà con questo aiuto nel pagamento delle bollette della tariffa-rifiuti. In più ci sono altre misure che riguarderanno le attività commerciali sfitte (di cui ci occupiamo più diffusamente nell’altro servizio, ndr». Nel 2021, poi, verrà introdotto un canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria che andrà a prendere il posto dell’imposta di pubblicità e della tassa di occupazione del suolo pubblico. Questa modifica da tributo a canone comporterà che vengano redatti regolamenti sulla nuova disciplina, andando a riorganizzare gli uffici.
«Restiamo il Comune con le tariffe più basse: prima - fa eco il sindaco Rodolfo Ziberna - porteremo in Consiglio comunale il piano tariffario, poi verrà esaminato e messo ai voti il bilancio di previsione vero e proprio. La tempistica? Confermo che entro marzo approderà in aula il documento contabile», la sottolineatura del sindaco.
Ma ci sono anche altre novità. Sicuramente positive per la cittadinanza. Innanzitutto sul versante dell’addizionale Irpef che, anche nel 2020, continuerà a non essere applicata. Mentre le tariffe per i servizi a domanda individuale rimarranno sostanzialmente inchiodate alle quote dello scorso anno. Senza dimenticare la novità, illustrata nei giorni scorsi da questa testata, del patto siglato fra il Comune e l’Ascom-Confcommercio per supportare il commercio cittadino in questo momento di perdurante difficoltà fra tante (troppe) serrande abbassate e poca fiducia per il futuro.
Infine, c’è la partita dei 600 mila euro in meno di dividendi Apt, anche se più correttamente più che di dividendi bisognerebbe parlare di una riserva straordinaria. Che era davvero una boccata d’ossigeno, faceva insomma comodo alle casse municipali. Ma quest’anno, per tutta una serie di vicissitudini, quei “soldini” non saranno disponibili nel nuovo bilancio. E la prima dimostrazione pratica e lampante che un po’ di disagio quell’assenza l’ha procurata, era arrivata dal fatto che non era stato determinato, nei giorni scorsi, l’ammontare esatto dei fondi-cultura da elargire alle associazioni. Sono stati così operati tagli nella spesa corrente sull’ordine dei 600 mila euro. Ma non ci sono drammi. «Il bilancio - l’ha ripetuto più volte Obizzi - resta perfettamente in piedi». —
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