Tares, a Trieste arrivano i bollettini di saldo Un mese di tempo per la terza rata

In tutto tre F24. Due si possono pagare entro l’anno senza multe: oltre alla quota statale (0,30 euro al mq) c’è il 30% del conguaglio al Comune. L’ultimo modello con la quarta tranche (il 70%) scade il 28 febbraio
Silvano Trieste 06/12/2012 Esatto, le lunghe attese per l' IMU
Silvano Trieste 06/12/2012 Esatto, le lunghe attese per l' IMU

In principio doveva essere il 30 novembre. Punto e basta. Ora che il 30 novembre è alle porte, la data di scadenza per il saldo della Tares, la nuova tassa sulle “scovazze” nata dalle ceneri della Tarsu, si scopre diversa. Oltre a sdoppiarsi come da annunci di fine autunno - e a “concedere” così un’ultima rata da liquidare entro il 28 febbraio 2014, per alleggerire il carico di fine anno - il conguaglio prevede che per la penultima rata, quella che si sarebbe dovuta pagare appunto alla fine di questo mese, ci sia tempo invece fino al 30 dicembre.

Il Comune insomma - in vista della chiusura dei conti di un’imposta che, a somme fatte, sarà stata in linea di massima più salata dell’anno scorso, soprattutto per negozi e “non-abitazioni” in genere - chiude pure un occhio. E lo chiude insieme a Esatto, la sua partecipata delle riscossioni che in questi giorni sta provvedendo a inviare ai contribuenti triestini i bollettini con gli importi già calcolati sia per la terza che per la quarta rata, dopo aver fatto la stessa cosa a primavera con la prima e la seconda, scadute rispettivamente il 31 maggio e il 31 luglio. Il motivo di cotanta “comprensione”? Lo contempla, al caso, lo Stato, attraverso le sue leggi: arrivando i bollettini proprio in questi giorni, i giorni immediatamente precedenti alla scadenza del 30 novembre, gli stessi contribuenti possono “onorare” la terza e penultima rata «in ritardo» senza multe né interessi di mora e di sorta, «purché i pagamenti siano effettuati entro il 30 dicembre», come si legge in un comunicato inoltrato ieri dal direttore di Esatto, Davide Fermo.

Lo Stato, per inciso, rimedia così a se stesso visto che è, in un certo senso, anche l’artefice del tempo (innegabilmente lungo, un dato di fatto) che c’è voluto per conteggiare tale saldo - che banalizzando è la differenza tra quanto dovuto di Tares per l’intero anno e quanto già dato in acconto come Tarsu - e per preparare le relative comunicazioni. In questa “parentesi” tra acconto e saldo, infatti, Comune e Esatto hanno dovuto, su input romano, convertire i loro calcoli: dalla prima e la seconda rata stimate ancora secondo i criteri della vecchia Tarsu alla terza e la quarta computate già con le direttive proprie della Tares. Si spiega anche per questo il fatto che mentre le prime due rate si sono potute pagare anche con normali bollettini postali o bonifici bancari, le ultime due si saldano adesso solo su modello F24, lo stesso dell’Imu, poiché anche i soldi per la tassa sulle “scovazze” ora vanno direttamente a un apposito organo dell’Agenzia delle Entrate, che poi li “rigira” ai comuni. Un viaggio di andata e ritorno, quindi. Ma non sempre. E qui veniamo al sodo. La terza rata, in particolare, quella cioè che scade formalmente a fine mese e sostanzialmente a fine anno, si compone in realtà di due modelli F24. Uno di questi “invita” a dare il 30% del saldo dovuto al Municipio, dal momento che l’amministrazione cittadina ha voluto appunto diluire il peso dell’imposta rinviando il pagamento del 70% di propria competenza di cassa all’anno che verrà, in scia ai margini di discrezionalità che le normative le permettono. «Abbiamo rateizzato quanto era possibile rateizzare», giura ancora in queste ore l’assessore al Bilancio Matteo Montesano.

Il secondo F24 che fa parte della terza e penultima rata, e che Esatto calcola contestualmente a quelli recanti il 30% e il 70% per il Comune, resta invece a Roma, per un viaggio di sola andata. È la cosiddetta «maggiorazione statale», il balzello che copre i «costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni», come si legge sul portale del Comune stesso, e che a differenza della Tares che va in cassa agli enti locali è facilissima da calcolare anche in casa. È di 30 centesimi al metro quadrato, indipendentemente da tutto il resto, indipendentemente pure dal numero delle persone che vivono o lavorano in un appartamento o in un ufficio: variabile che è invece il piatto forte, e il motivo dei generali rincari rispetto alla vecchia Tarsu, della Tares propriamente comunale.

@PierRaub

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