Tantissime studentesse ma poche docenti

La delegata del rettore, Romito: "A Trieste un piano per il riequilibrio delle opportunità e contro le discriminazioni"
Patrizia Romito, delegata del rettore per il Riequilibrio delle opportunità
Patrizia Romito, delegata del rettore per il Riequilibrio delle opportunità

 

 

 

 

 

 

 

 

Che categorie come le donne o le persone affette da disabilità accedano all'università è un concetto che oggi ci appare scontato, ma così scontato non è. Le donne costituiscono la maggioranza del corpo studenti, ma sono appena il 20% dei docenti. Sempre più disabili si iscrivono agli atenei, ma è tanto ancora il lavoro da fare perché abbiano le stesse opportunità di tutti gli altri studenti. Questi sono i problemi che si propone di risolvere il Piano di azioni positive per le pari opportunità approvato di recente dal Cda dell'ateneo di Trieste. Ne parla la professoressa Patrizia Romito, delegata del rettore per "Riequilibrio delle Opportunità, necessità didattiche e disabilità".

Professoressa, in cosa consiste il piano?

«In una serie di azioni volte a promuovere le pari opportunità. Il piano risponde a un obbligo di legge, che recepisce le direttive europee in questo ambito. Ogni amministrazione è incaricata di preparare un testo guida».

Come si muove l'ateneo di Trieste in questo settore?

«Il fatto stesso che esista una delegata del rettore per le pari opportunità è un segnale importante: non tutte le università ce l'hanno. Il piano è il coronamento di una serie di azioni già avviate».

Ad esempio?

«In maggio abbiamo organizzato un convegno che trattava la discriminazione di genere. Il tema era duplice: da un lato si è trattato della presenza femminile all'interno delle strutture universitarie, dall'altro della necessità di tener conto dei generi quando si fa ricerca».

Qual è la situazione?

«Le ragazze sono la maggioranza degli studenti, e statisticamente ottengono risultati migliori. Eppure poi si verifica un fenomeno espresso dalla metafora della tubatura che perde: le donne sono sempre meno tra i dottorandi, e ancor meno nel corpo docente (circa il 20%). C'è molto lavoro da fare».

Altre iniziative?

«Di recente abbiamo elaborato un documento per un linguaggio adatto alla correttezza di genere».

Cosa si intende?

«L'utilizzo del maschile plurale come se fosse un neutro continua a dare l'impressione che questo sia un mondo fatto da uomini e per gli uomini. Sembrano inezie, ma hanno le parole definiscono il nostro habitat. Non a caso il nostro documento è stato condiviso anche dalla Sissa e dall'università di Udine».

Quali sono le azioni del piano?

«Sono molte. La maggior parte di esse riguardano tanto il personale dell'ateneo quanto gli studenti e le studentesse. Un esempio è l'impegno a realizzare un asilo nido che sarà utilizzabile da ambo le categorie. Si tratta di una misura molto importante».

Ci sono effetti anche sulla didattica?

«Certo. Penso ad esempio all'integrazione di una visione di genere nel corso di studi in Medicina e chirurgia. Uomini e donne hanno problemi differenti, ma spesso vengono studiati e trattati in base allo stereotipo: le malattie cardiovascolari sono considerate un problema maschile, e spesso vengono sottovalutate nelle donne. Speculare il caso dell'osteoporosi negli uomini. La nostra idea è sia di proporre un corso specifico sul tema, sia di introdurre questo sguardo in tutti gli insegnamenti. Un altro argomento è quello della violenza sulle donne, un fenomeno di proporzioni enormi che deve essere compreso in tutta la sua ampiezza da studi come psicologia, giurisprudenza, medicina».

E sul fronte della disabilità?

«L'ateneo - conclude la professoressa Patrizia Romito - dispone già di un ufficio disabilità e di uno sportello per i disturbi di apprendimento. Il piano prevede però azioni ulteriori come l'abbattimento degli ostacoli architettonici, potenziamento dei procedimento per i vari tipi di disabilità, anche cognitive. Ci stiamo attivando inoltre per essere più presenti anche nelle scuole, per l'orientamento in ingresso, per informare gli studenti e le studentesse delle superiori con disabilità di quanto offre l'ateneo».

(11- Segue. Le puntate precedenti sono state pubblicate il 23 e 30 maggio e il 4, l'11, il 18 e il 25 giugno, il 2,  il 9, il 16 e il 23 luglio)

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