Tangenziale 56 bis, 220 ditte in gara
E’ una storia infinita quella della 56 bis, il by-pass di Mossa e Lucinico che è l’opera pubblica-lumaca per eccellenza a Gorizia. La reazione di un qualsiasi cittadino goriziano sarà improntata al pessimismo: «Tanto, non la faranno mai. Con tutti quegli annunci...». Sì, dire che la storia della 56 bis sia diventata una telenovela è quasi un eufemismo. È l'opera (incompiuta) che può vantare l'anzianità maggiore. A Lucinico, dicevamo, ormai non ci credono più. È da 40 anni che si succedono gli annunci, seguiti da clamorosi dietrofront. Si fa? Non si fa? Mossa, il tratto di sua competenza l'ha già realizzato da un paio d’anni ma si tratta di un'opera a metà che "muore" nei campi.
Tutta questa premessa per dire che quella odierna sarà una giornata in un certo senso storica perché verranno aperte le buste delle offerte delle ditte che concorrono alla realizzazione dell’importante tangenziale il cui costo complessivo, espropri compresi, ammonta a poco meno di 6,5 milioni di euro. Intanto, i numeri sono record: alla gara d'appalto hanno partecipato qualcosa come 220 ditte da tutta Italia, anche dal Meridione. Un numero rilevante che testimonia due aspetti: l’importanza dell’opera da una parte, la crisi dall’altro che porta aziende edili a partecipare a tutte le gare possibili per ragranellare lavoro.
La commissione, presieduta dal dirigente del settore lavori pubblici Mauro Ussai, è composta anche da Michele Sersale, Maurino Meden e Andrea Blason supplente. La settimana scorsa hanno esaminato tutte le offerte sotto l'aspetto amministrativo verificando i requisiti generali di ammissione: è risultato che tutte sono regolari tranne una per cui è stata chiesta un'integrazione. Lunedì (oggi) saranno aperte le buste con l'offerta economica, l'esame dovrebbe concludersi entro l'una/due del pomeriggio.
Il tracciato, che sarà lungo 1.600 metri e largo 10,5, si congiungerà con il tratto già realizzato nel Comune di Mossa e prevede le realizzazioni di due nuove rotatorie, un sovra e un sottopasso. La tangenziale permetterà di collegare l'area industriale di Sant'Andrea alla regionale 56, all'altezza della nuova rotatoria di Mossa: la bretella, realizzata ancora alla fine degli anni '70, si interrompe oggi bruscamente dopo pochi chilometri, costringendo gli automobilisti a ripiegare sullo stradone della Mainizza. Dal cavalcavia, la nuova strada taglierà i terreni di Villanova, ricongiungendosi appunto con la rotonda completata un paio d'anni fa a Mossa. L'infrastruttura riveste un'importanza strategica fondamentale per i traffici commerciali nell'area: oggi, i camion che dalla Slovenia intendono raggiungere Udine sono costretti a transitare per gli abitati di Sant'Andrea, Mossa e Lucinico. A lavori completati, la nuova arteria consentirà uno snellimento del traffico nei tre centri, con vantaggi evidenti anche in termini di qualità dell'aria.
Negli anni, come testimoniato del resto dall’estenuante serie di rinvii, non sono mancati intoppi: dapprima, il mancato accordo con gli agricoltori proprietari dei terreni da espropriare, poco propensi ad accettare le condizioni dettate dai Comuni di Gorizia e Mossa; poi, nel 2013, la scoperta di un metanodotto, realizzato proprio in uno dei terreni oggetto delle procedure d’esproprio e giudicato incompatibile con il tracciato previsto.
Tempistica? Entro la primavera del 2017, Gorizia e Lucinico avranno finalmente la 56 bis e potranno respirare e “salutare” i camion che oggi le attraversano.
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