Tamponi obbligatori per chi torna in Italia dopo vacanze o gite fuori porta in Croazia: ecco le novità

E in attesa dei risultati bisognerà restare in quarantena. Lo prevede l’ordinanza firmata da Speranza. E già si aprono interrogativi sulla possibilità di venire in Italia per i lavoratori transfrontalieri e, più in generale, sulla capacità di controllare traffici via terra con il regime delle frontiere aperte. Rebus discoteche

TRIESTE Che si tratti di una vacanza di due settimane o di un pranzo fuori porta, da oggi chi torna in Italia dalla Croazia dovrà sottoporsi a tampone obbligatorio e rimanere in quarantena in attesa del risultato. Il provvedimento arriva dopo la riunione di ieri della Conferenza Stato-Regioni, durante la quale i territori hanno sposato la linea del ministro della Salute Roberto Speranza, che ha subito emanato un’ordinanza per obbligare al test (tampone molecolare o antigenico) chiunque rientri nei confini nazionali tornando o transitando da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Il vertice è servito anche a discutere di una stretta sulle discoteche, ma su questo le parti si sono date 24 ore per trovare una mediazione.

LA NUOVA ORDINANZA DEL GOVERNO:



I tamponi obbligatori per chi torna dalla Croazia impattano particolarmente sul Friuli Venezia Giulia, i cui residenti sono habitué della villeggiatura in Istria e Dalmazia, senza disdegnare puntate di qualche ora per un bagno o una mangiata. Difficile farlo ora, dovendo sottoporsi a un test e all’isolamento fiduciario fino al ritiro del risultato. Una misura comunque più morbida rispetto al divieto di ingresso in Italia che Roma ha stabilito per chi arriva da Bosnia, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia o dall’obbligo di quarantena per chi torna da Romania, Bulgaria e Paesi non facenti parte dell’area Schengen.



Sono tre le possibilità per chi rientra da Croazia, Grecia, Malta e Spagna: effettuare il test in loco nelle 72 ore precedenti al rientro a casa; farlo in apposite strutture adibite in porti e aeroporti (il Fvg chiede siano create anche nei valichi maggiori); sottoporsi all’esame in Italia entro 48 ore dall’arrivo, segnalandosi subito all’Azienda sanitaria di competenza e rimanendo in quarantena dall’ingresso fino al risultato.

Cosa fare al ritorno da Croazia, Spagna, Malta e Grecia: le istruzioni dell'Azienda sanitaria di Trieste e Gorizia

E già si aprono interrogativi sulla possibilità di venire in Italia per i lavoratori transfrontalieri che vivono nell’Istria croata e, più in generale, sulla capacità di controllare traffici via terra con il regime delle frontiere aperte, visto che la segnalazione alle autorità sanitarie viene fatta in autonomia.



La variante più usata sarà quella dei test effettuati al ritorno e il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia ritiene possibile «rendere il servizio sanitario territoriale, già molto rafforzato dall’impegno comune, in grado di garantire tamponi con i risultati entro 48 ore dal rientro». La Regione plaude, preoccupata dall’aumento dei contagi, che ieri hanno segnato 9 nuovi casi, di cui sei hanno contratto il virus fuori dal Fvg. I pazienti attualmente ammalati sono 170, di cui 3 in terapia intensiva e 7 ricoverati in altri reparti. Dall’inizio dell’epidemia i casi sono 3.461: 1.424 a Trieste, 1.059 a Udine, 748 a Pordenone e 227 a Gorizia. Non si registrano invece nuovi decessi, che restano 348 in totale.

Coronavirus in Fvg, 9 nuovi contagi: 6 contratti fuori regione
epa08179704 A laboratory assistant prepares a test for the Coronavirus at the Amedeo di Savoia hospital in Turin, Italy, 30 January 2020. The coronavirus, called 2019-nCoV, originating from Wuhan, China, has spread to all the 31 provinces of China as well as more than a dozen countries in the world. EPA/ALESSANDRO DI MARCO


Il presidente Massimiliano Fedriga sottolinea «la piena condivisione del provvedimento», spostando subito il focus sulla rotta balcanica: «I ministri Boccia e Speranza hanno recepito l’allarme lanciato dal Fvg nel corso del vertice, durante il quale ho sottolineato come la nostra regione sia tra le più esposte all’ingresso di migranti irregolari transitati in territori dove la diffusione nel virus è estremamente alta, e si sono pertanto impegnati a interessare il ministro dell’Interno Lamorgese per individuare soluzioni immediate. Premesso che sono d’accordo con l’idea di potenziare il monitoraggio su chi entra in Italia da aree a rischio, quali Malta, Croazia, Spagna e Grecia, ritengo che ciò debba avvenire di pari passo con il blocco degli ingressi irregolari. Sarebbe difficilmente giustificabile imporre il tampone a chi va in vacanza in Croazia e tollerare ingressi di migranti senza alcun controllo». Poi il governatore sdrammatizza davanti allo stop alle gite fuori porta: «Nelle bellissime località del Fvg si cucinano ottimi piatti».



Al momento non c’è invece accordo sulla gestione delle discoteche. «Ci siamo presi 24 ore», dice il presidente, sottolineando che «in molte regioni non abbiamo contagi da luoghi di aggregazione. Serve una soluzione equilibrata che non penalizzi un settore fortemente colpito». Ci si lavorerà oggi e sul tavolo ci sono varie ipotesi: chiusura integrale, interdizione dei soli spazi al chiuso, utilizzo della mascherina anche all’aperto. «Speranza – chiosa Fedriga – manifesta più rigidità ma troveremo una soluzione». Il Fvg potrebbe anche derogare, ma come per le linee guida sulle attività economiche l’intenzione è percorrere una strada unitaria. —


 

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