Tami, lotte di potere dietro la scelta dei tre nomi per Ttp

Oggi il consiglio di amministrazione della società. Le designazioni devono essere gradite a tutti i soci
sterle trieste l'arrivo della costa marina
sterle trieste l'arrivo della costa marina

TRIESTE

Un consiglio di amministrazione di Tami (Trieste Adriatic Maritime Initiatives) dal valore quasi simbolico, quello in programma stamattina per individuare i tre nomi destinati a sedersi nel cda di Trieste terminal passeggeri (Ttp), tra cui il probabile amministratore delegato di quest'ultima società. Al di là di quello che potrebbe essere considerato un semplice passaggio nella vita di un gruppo di imprenditori, dietro a queste scelte sembra celarsi un’altra delle lotte di potere che caratterizzano la città.

Il fatto che l'intera operazione (la privatizzazione di Ttp voluta e avviata dall'ex presidente dell'Autorità portuale Claudio Boniciolli) sia iniziata e proseguita tra intoppi e difficoltà ha lasciato sul campo più di qualche sospetto. Quali i motivi del ritardo nel passaggio delle quote dall'Authority a presidenza Monassi verso Tami? Perché non si nomina in fretta un amministratore delegato e non si comincia a lavorare per crociere e congressi con una certa solerzia? Posto che a questa domanda i diretti interessati non rispondono, si può ipotizzare che il posto di amministratore delegato – e quindi di fatto il controllo di Ttp e dell'intera operazione – interessi a tutti, compresa l’Authority sebbene ormai sia socio di minoranza di Ttp, e non solo a coloro ai quali (Tami, la società composta da Unicredit con il 31%, Costa Crociere con il 29%, Giuliana Bunkeraggi con il 15%, Reguardia costruzioni con un altro 15% e Assicurazioni Generali con un 10%) spetterebbe di diritto.

Mai confermate pressioni si starebbero riversando su Antonio Marano (resterà in sella anche nei prossimi mesi?), presidente di Tami e ad di Unicredit logistic, uno dei papabili per l'incarico di dirigere Ttp, perché nomini qualcuno di gradito ai potentati locali. Un'ipotesi potrebbe essere quella dell'entrata in gioco delle “correnti” interne a Unicredit, con giochi di potere che coinvolgono le Fondazioni e che stanno ben al di sopra dell'affare sul tavolo a Trieste, che sarebbe solo una cartina al tornasole di quanto sta accadendo a ben più alti livelli.

Attualmente nel cda di Tami siedono docenti e professionisti di calibro nazionale, tra i quali alcuni nomi ben noti anche in città come quello di Maurizio Maresca, ex presidente del Porto indicato da Unicredit così come il presidente del cda, Antonio Marano, Ombretta Ricci, Stefano Campoccia e Martino dalla Vecchia. Per Costa crociere è invece presente il direttore finanziario Beniamino Maltese, mentre Paolo Cristin, Marisa Kermolj e Pietro Balducci sono stati rispettivamente nominati da Generali, Giuliana bunkeraggi e Reguardia. A loro spetta, stamani, decidere sul da farsi. Unico nome più sicuro di altri (per l'incarico di consigliere in Ttp) sembra essere quello di Claudio Rigo, da due anni vicedirettore generale di UniCredit Banca, con responsabilità sui Business Services. Un'altra sicurezza riguarda invece i patti parasociali all'interno di Tami, per i quali le nomine devono essere gradite a tutti i soci. Intanto Costa crociere aspetta diligentemente di poter programmare le prossime stagioni, che potrebbero dare un'accelerazione sostanziosa al turismo in città.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:tamittpporto

Riproduzione riservata © Il Piccolo