Taglio di laboratori e personale all’Arpa
TRIESTE. I tagli alla spesa pubblica mettono “a dieta” l’Arpa. Nel prossimo triennio l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente subirà un calo dell’1,5% sui fondi, che scendono così a circa 21,6 milioni. Ma le principali misure di risparmio si traducono nel contenimento del personale e nella riduzione delle sedi. Salta il laboratorio di Pordenone, le cui competenze si spostano a Udine, e si salva solo «nel breve periodo» quello di Trieste: la prospettiva è comunque quella della sede unica nel capoluogo friulano, baricentrico rispetto al resto della regione.
Sono alcune delle novità che emergono dalle linee di indirizzo per la programmazione 2016-2018 approvate negli ultimi giorni di dicembre dalla giunta regionale. Il documento identifica i compiti dell’ente per i prossimi due anni, dall’individuazione dei siti contaminati dall’amianto all’inquinamento acustico, e delinea gli strumenti che Arpa avrà a disposizione. Quest’ultimo capitolo è quello in cui si dettagliano le modifiche alla struttura dell’ente.
«Nel contesto generale di contenimento e di razionalizzazione della spesa pubblica - si legge nel documento -, la programmazione degli interventi per l’esercizio 2016 e per il prossimo triennio deve continuare ad essere attuata in una logica di riduzione dei costi di gestione del patrimonio immobiliare e delle diseconomicità derivanti dall’attuale articolazione della rete laboratoristica, tenendo conto della vetustà delle sedi dipartimentali e dell’onerosità dei costi di locazione». Insomma, le sedi sono troppe e vecchie. Ecco quindi che la prospettiva è «la concentrazione dell’attività analitica e il relativo accorpamento dei laboratori provinciali in un Laboratorio unico regionale».
Per il momento, però, ci si limiterà a svolgere la parte preponderante delle attività nella sede di Udine, geograficamente baricentrica e tecnologicamente più attrezzata. Recitano le direttive: «Nel breve termine va mantenuto il presidio laboratoristico nella sede di Trieste, funzionale alle attività analitiche delle matrici di interesse marino (acque e sedimenti) e delle acque di transizione, unitamente alle attività connesse (la balneazione e le acque di molluschicoltura). Mentre il laboratorio di Pordenone (alimenti e materiali a contatto con alimenti) dovrà essere trasferito presso la sede di via Colugna a Udine».
L’agenzia dovrà comunque proseguire nella ricerca di sedi pubbliche di maggiore «efficienza ed economicità». Le ristrutturazioni degli stabili in uso si limiteranno alla messa in sicurezza. Sul fronte del personale, si impone un «contenimento» al livello di 356 unità. Si taglia anche sui vertici: «In tale contesto il numero dei dirigenti è fissato in 36 unità, in riduzione di 4 unità rispetto alle 40 stabilite con la deliberazione della giunta regionale del 2013».
Il documento elenca una lunga serie di obiettivi dell’ente. Dopo le considerazioni generali, elenca delle singole azioni prioritarie. Eccone alcune tra le più rilevanti: lo sviluppo delle attività di controllo della Ferriera di Servola; la continuazione del “Progetto amianto”; lo sviluppo dei controlli delle acque di falda relativamente ai cosiddetti inquinanti emergenti; l’approfondimento delle conoscenze ambientali nei dintorni della centrale termoelettrica A2A di Monfalcone; il supporto scientifico alla Regione nell’elaborazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali; lo sviluppo delle attività previste dall’Accordo di programma per il sito inquinato di Trieste; l’avvio dell’adeguamento dei sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria rispetto alle sorgenti puntuali, sviluppo della rete Sme e controlli delle emissioni; la determinazione dei valori di fondo dei suoli; il supporto tecnico scientifico all’Autorità portuale di Trieste per le opere di infrastrutturazione della nuova piattaforma logistica.
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