Taglio del cuneo fiscale: così aumenta la busta paga

L’incremento più consistente per la fascia di reddito fra i 26.600 e i 28.000 euro. Il beneficio varato dal governo interessa un totale di 366.000 lavoratori in Fvg
Una busta paga
Una busta paga

TRIESTE Gli impiegati del privato sotto i 28mila euro di reddito, il personale della scuola e i ministeriali nel pubblico sono i maggiori beneficiari del taglio del cuneo fiscale varato dal governo. La fascia di reddito con più incremento del netto in busta paga è infatti quella tra i 26.600 e i 28.000 euro (19mila dei 366mila contribuenti interessati in Friuli Venezia Giulia secondo le stime della Cgil), esclusa dal bonus Renzi e che ora si ritroverà con 100 euro in più al mese. Un totale per quest’anno, vista l’entrata in vigore della misura a luglio, di 600 euro, che diverranno 1.200 nel 2021.

Nell’ultima versione il decreto legge, che interessa oltre 15 milioni di italiani con redditi tra gli 8.200 e i 40.000 euro, non si presenta in forma sperimentale, ma, almeno per i redditi sotto i 28mila euro, è una riduzione strutturale delle tasse. I calcoli vanno necessariamente fatti partendo dal preesistente, ossia dal bonus Renzi, il credito fiscale fino a un massimo di 80 euro mensili riconosciuto ai redditi da 8.200 (sotto si è esenti da imposte) a 26.600 euro. L’agevolazione interessa i lavoratori con stipendi medio-bassi, quelli ai quali il taglio del cuneo fiscale “regala” un’integrazione di 20 euro per arrivare a quota 100 di aumento netto al mese. Si tratta della maggior parte di contribuenti anche in Fvg, 260mila tra i 227mila (redditi da 8.200 a 24.600) che percepiscono interamente gli 80 euro del bonus Renzi e i 33mila (da 24.600 a 26.600) che ne prendono via via di meno fino all’azzeramento alla soglia massima. Sopra i 28.000 euro - parliamo dunque di impiegati con stipendi un po’ più alti e, nel pubblico, stando alle medie della Ragioneria dello Stato, di forze dell’ordine, esercito, agenzie fiscali, servizio sanitario e comparto unico - il bonus si trasformerà, sempre da luglio, in detrazione fiscale decrescente a partire dai 100 euro fino ad arrivare a 80 per un reddito di 35mila euro, per ridursi progressivamente fino a zero ai 40mila euro.

I sindacati regionali approvano ma rilanciano, senza dimenticarsi dei pensionati (nelle stesse fasce di reddito del taglio del cuneo fiscale la Cgil ne conta 260mila). «Attendiamo risposte concrete ai nodi irrisolti della insufficiente rivalutazione degli assegni – dice il segretario generale Spi Fvg Roberto Treu –, che dal 2012 ci ha fatto perdere per strada almeno 60 miliardi, della riduzione della pressione fiscale sulle pensioni, che oggi è la più alta d’Europa, del varo di una legge per la non autosufficienza, a sostegno della quale abbiamo raccolto, con Fnp-Cisl e Uilp-Uil, oltre 15mila firme in regione». Treu ricorda i presidi davanti al Parlamento e, sul territorio, le iniziative di piazza, «con sollecitazione ad aprire un tavolo, su pensioni e fisco, che riprenderà oggi.

E pure Alberto Monticco, segretario Cisl Fvg, parte dal pressing sindacale: «Il taglio del cuneo fiscale è un primo risultato di quanto vogliamo portare a casa in una trattativa più ampia. Serve senz’altro una riforma fiscale complessiva, che tocchi anche le pensioni, nell’auspicio che non siano solo annunci legati alla campagna al voto in Emilia Romagna». Sulla stessa linea Giacinto Menis della Uil Fvg: «Da oltre un anno siamo mobilitati e la riduzione delle tasse sui lavoratori è un primo obiettivo centrato. Soddisfazione però parziale: il diritto a vedersi aumentato l’assegno è anche di chi da un decennio soffre del blocco dell’indicizzazione e, di fatto, ha perso in questo periodo un’intera mensilità. Il governo non dimentichi che a pagare l’Irpef sono, per l’85%, dipendenti e pensionati». —


 

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