Taglio degli eletti, in Fvg 946 mila al voto
TRIESTE Sezioni elettorali spostate (ma non a Trieste), misure di prevenzione sanitaria e procedure speciali per consentire di far votare (ma solo per il referendum) le persone positive al coronavirus o poste in quarantena. Domenica e lunedì, l’Italia e il Friuli Venezia Giulia saranno chiamati alle urne per le prime elezioni “pandemiche” della propria storia, dopo il rinvio delle amministrative e della consultazione confermativa sul taglio dei parlamentari. E il Covid-19 inevitabilmente segnerà il voto con svariate novità.
Si voterà domenica 20 settembre dalle 7 alle 23 e lunedì 21 settembre dalle 7 alle 15. Lo spoglio delle schede per il referendum avverrà nel pomeriggio di lunedì, mentre per i Comuni il conteggio partirà martedì mattina. Chiamati alle urne in Fvg saranno 946.806 cittadini, di cui 456.746 maschi e 490.060 femmine: 184.176 a Trieste, 107.685 a Gorizia, 418.727 a Udine e 236.218 a Pordenone. Tanti sono gli aventi diritto che potranno esprimersi sul taglio di deputati e senatori approvato dall’alleanza giallorossa e in attesa di referendum confermativo, non essendo stata raggiunta la maggioranza qualificata in Parlamento. Con il “sì” l’elettore darà appoggio alla riforma, che prevede il passaggio da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. Con il “no” manterrà la situazione immutata.
Molti di meno saranno i votanti per il mini turno amministrativo in programma in Fvg, dove si rinnoveranno solamente 12 municipi sugli oltre mille chiamati al voto in Italia. I comuni sono situati nelle province di Gorizia, Udine e Pordenone. Nell’Isontino voteranno soltanto i 1.505 residenti maggiorenni di Villesse, mentre in Friuli saranno 18.402 elettori a decidere sindaci e consiglieri di Cividale, Ovaro, Premariacco e Varmo. Nella Destra Tagliamento si esprimeranno infine 19.841 cittadini, chiamati a scegliere le amministrazioni di Andreis, Barcis, Caneva, Claut, Montereale Valcellina, Travesio e Valvasone Arzene.
Si tratta di comuni di piccole dimensioni, dove non è previsto il ballottaggio: possibilità che a Premariacco non sarebbe neppure servita, visto che si presenterà un solo candidato, destinato a essere eletto a patto che si rechi alle urne almeno il 50% degli aventi diritto e che almeno metà dei loro voti vada all’indirizzo dell’unico nome in campo.
Il primo segnale di una tornata tenuta in condizioni decisamente eccezionali è che alcuni Comuni hanno optato per lo spostamento dei seggi in altra sede. Non accade a Trieste, mentre a Gorizia succede solo in una sezione di Medea. In provincia di Udine sono 18 amministrazioni ad aver chiesto e ottenuto il trasferimento di 53 sezioni (quelle di Cividale sono state collocate tutte in una singola struttura) e nella Destra Tagliamento si registrano infine 99 sezioni spostate in 9 comuni, fra cui Pordenone, dove il sindaco Luca Ciriani è stato l’unico dei colleghi dei centri maggiori a ritenere opportuno l’utilizzo di sedi alternative alle scuole (i seggi saranno concentrati nei padiglioni della Fiera), che nel resto della regione riapriranno invece soltanto mercoledì, dopo le polemiche per la scelta di far cominciare l’anno e di interromperlo pochi giorni dopo per il voto, nonostante i molti mesi di stop.
Ma più di tutto si noteranno le precauzioni anti Covid, tra percorsi dedicati di entrata e uscita negli edifici, ingressi contingentati per evitare assembramenti e più pulizie delle cabine durante la giornata. Cambierà anche il rito cui siamo abituati, con il doppio obbligo di igienizzazione delle mani, prima di entrare nel seggio e prima di ricevere la scheda, mentre si dovrà abbassare la mascherina (ovviamente obbligatoria) per un attimo, solo al momento del riconoscimento attraverso carta di identità. Non sarà invece misurata la febbre, affidandosi al buon senso dei cittadini.
Le sezioni ospedaliere sono 3 a Trieste, 2 a Gorizia, 4 a Udine e 2 a Pordenone: spetterà a loro recarsi a casa degli elettori che si trovino in quarantena e che abbiano fatto richiesta per tempo al Comune di residenza. Per i ricoverati varrà come sempre la possibilità di votare nella struttura sanitaria. Per chi si trova in ospedale o in isolamento, il diritto potrà essere esercitato solo per il referendum, perché le sezioni ospedaliere non riceveranno le schede per le comunali, né potrebbero scrutinarle, essendo obbligatorio per legge procedere allo spoglio nel territorio del comune chiamato a elezioni. —
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