Taglio ai fondi per l’accoglienza diffusa dei migranti in Fvg

Cancellati finanziamenti per oltre un milione. L'assessore Roberti: «È solo l’inizio». L'ex Torrenti: «Quei progetti risalivano all’era Tondo»

TRIESTE Dopo le Uti, i migranti. Pierpaolo Roberti, l’assessore sin qui più controcorrente rispetto alla scorsa legislatura, piazza un altro segno del nuovo corso. Cancella, via delibera, alcuni interventi previsti dal Programma immigrazione 2018, approvato dalla giunta Serracchiani e sostenuto da oltre 8 milioni. Azioni destinate a servizi territoriali, accoglienza, inserimento abitativo, istruzione, educazione, intercultura e formazione professionale per un totale di 1.153.518 euro. Contestualmente, Roberti finanzia con 50.000 euro il capitolo del rientro volontario assistito.

Di fatto sono soppresse 9 delle 20 azioni del Programma immigrazione: “Servizi informativi, “ Crocicchio 2.0”, “Potenziamento Sprar”, “Progetti di convivenza”, “Micro e Macro Progetti locali per richiedenti e titolari di protezione internazionale”, “Progetti Interculturali, “Progetti pilota settoriali” e “G. Guida ai servizi”, per un totale superiore a 1,1 milioni, di cui 618.518 a valere sull’esercizio 2018 e 535.000 sul 2019. In delibera viene peraltro prevista una maggiore promozione di temi inerenti legalità, educazione civica e parità di genere e appunto un contributo per favorire il rientro volontario. «Fondi destinati ai Comuni - spiega Roberti - a favore delle persone che vogliono rientrare nei rispettivi Paesi di provenienza, ma non hanno le risorse per farlo».

«Riteniamo che, in linea con quanto espresso dal governatore Fedriga nelle dichiarazioni programmatiche - osserva più in generale l’assessore -, bisogna cominciare a tagliare queste spese per ridistribuire opportunamente risorse ai cittadini». Ma non ci si fermerà qui: «Il provvedimento è solo il primo passo della rivisitazione che intendiamo apportare a un sistema di accoglienza diffusa che noi vediamo in maniera completamente diversa». Stop dunque sin d’ora tra l’altro a “Crocicchio 2.0”, che prevede percorsi di integrazione per persone prive di mezzi di sostentamento, informazione e orientamento legale, seminari di formazione per il personale Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e delle pubbliche amministrazioni, e ancora altolà al monitoraggio del sistema di accoglienza e al censimento delle reti territoriali da indirizzare alla progettazione Sprar, ma anche al coinvolgimento dei migranti nella cura del patrimonio pubblico (dallo sfalcio alla manutenzione piste ciclabili, dalla pulizia strade alla tinteggiatura edifici) e ai corsi di formazione sulla sicurezza, di italiano e sulle regole del mondo del lavoro.

Tutti motivi per cui l’ex assessore Gianni Torrenti e più ancora Gianfranco Schiavone, presidente dell'Ics-Consorzio italiano di solidarietà, considerano «paradossale e controproducente» l’operazione taglio. «Più della metà delle azioni soppresse sono rivolte agli stranieri regolari e risalgono alla giunta Tondo, la Lega le aveva pure approvate - dice Torrenti -. Crocicchio 2.0, in particolare, è pensato per le persone fragili, ma non c’è nulla che riguardi l’accoglienza diffusa, che rimane un costo a carico della Stato. Quanto ai “Micro e Macro Progetti”, si tratta di iniziative apprezzate dai Comuni e condivise con le prefetture». Tanto che, secondo Schiavone, «il risultato sarà di un sistema di accoglienza che rimane assolutamente lo stesso di prima, con un danno invece per la collettività, dato che i Comuni si ritroveranno con soldi in meno per l’integrazione sociale dei rifugiati già riconosciuti e rischieranno di tirarli fuori di tasca loro per non ostacolare il percorso di integrazione». Sulle modifiche al Programma serviranno ora i pareri della commissione consiliare e del Cal (che quello stesso Programma approvò).

Nella seduta di giunta, sempre su proposta di Roberti, è stato inoltre approvato in via definitivo lo schema di ddl che elimina la scadenza del 1 luglio per l'obbligatorio completamento dell'esercizio associato di funzioni comunali. La giunta ha tirato dritto dopo che giovedì in Cal non si era raggiunta la maggioranza utile all’intesa (Roberti ieri ha poi ribadito ai sindaci dei Comuni non aderenti alle Uti e a quelli che hanno deciso di uscirne, Bertiolo, Monfalcone e Paularo, la filosofia che intende portare avanti). Deliberato infine, a seguito delle dimissioni di Diego Bernardis e Giampaolo Bidoli, eletti in piazza Oberdan, lo scioglimento dei consigli comunali di Dolegna del Collio e Tramonti di Sotto.

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