Tagliati i fondi alle cliniche accreditate

Risorse in calo del 2%. Telesca: «Servizi invariati ai cittadini». Accordi con Roma per “social card” e cure mediche ai detenuti
Di Gianpaolo Sarti

TRIESTE. I tagli alla Sanità colpiscono anche le strutture private convenzionate. Meno 2% di fondi per il triennio 2014-2016, in base all’intesa che la Regione ha raggiunto con gli ambulatori e le case di cura accreditate per fornire le prestazioni a carico del servizio pubblico. Complessivamente sono a disposizione 68,2 milioni di euro per le case di cura che sono in grado di erogare sia ricoveri sia specialistica ambulatoriale; 16,2 milioni, invece, per quelle realtà che forniscono solo specialistica. «Siamo in linea con le decisioni assunte da questa giunta per il contenimento della spesa - spiega l’assessore Maria Sandra Telesca - ma per il cittadino non cambierà assolutamente nulla, perché abbiamo lavorato sulle tariffe e i privati hanno capito che il momento è critico per tutti e quindi, a fronte della riduzione dei contributi, non hanno ridotto le prestazioni, che quindi restano intatte». L’obiettivo delle convenzioni, come ricorda lo stesso assessore, è intervenire anche sulle liste d’attesa. «Gli accordi con i privati – osserva Telesca – si fanno anche perché c’è bisogno di altre strutture che si affianchino al pubblico».

Una quarantina le realtà accreditate: si tratta sostanzialmente di una conferma, precisa lo steso assessore, perché ricalcano lo storico, cioè quanto già apparteneva al ventaglio di disponibilità della Regione. Tra le case di cura figurano, ad esempio, la Pineta del Carso, la Città di Udine, la Salus, la San Giorgio e il Sanatorio Triestino. Per la specialistica ambulatoriale rientrano istituti, laboratori e studi per prestazioni come l’oculistica, la medicina sportiva, la fisioterapia o la dialisi. Una quota ulteriore, pari a 1 milione e 378 mila euro, è destinata invece alle aziende sanitarie delle Aree vaste giuliano-isontina, udinese e pordenonese per potenziarne l’attività in modo da evitare la “fuga” extraregionale da parte dei pazienti.

Con una delibera approvata ieri la giunta ha anche rinnovato fino al prossimo 31 dicembre l’accordo con lo Stato per il finanziamento della “Social card”. Una forma di aiuto pensata per tutte quelle famiglie con un reddito basso alle prese con una persona anziana in casa o un bimbo. Il governo, dal canto suo, interviene con 40 euro a famiglia, mentre la Regione integra la somma aggiungendo ulteriori 60. Si tratta, come noto, di una carta di pagamento elettronico utilizzabile per l'acquisto di generi alimentari e di altro tipo in negozi convenzionati. Attualmente i beneficiari in tutto il Friuli Venezia Giulia sono circa 3.100 e la spesa annua ammonta a 2,3 milioni di euro. Nel 2014 si prevede un aumento dei fondi in quanto la legge di Stabilità ha esteso la sfera degli aventi diritto. Le risorse disponibili nel bilancio regionale per quest'anno raggiungono dunque i 2,85 milioni di euro.

Sempre in tema di sanità, infine, l’esecutivo ha passato alle Aziende territoriali il compito di gestire le cure dei detenuti ospitati nelle cinque case circondariali del Fvg (Trieste, Udine, Gorizia, Tolmezzo e Pordenone). Un incarico finora in capo alla medicina penitenziaria del ministero. Il cambiamento comporta il trasferimento di personale, attrezzature e dei locali che lo Stato impiegava finora per svolgere questo servizio. I fondi per coprire i costi saranno distribuiti alle singole Ass in un momento successivo, sulla base delle risorse finanziarie che lo Stato assegnerà alla Regione.

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