"Tagliati fuori sul Prg"
di Piero Rauber
Il sindaco di sinistra e l’ambientalista di destra. L’iter del Piano regolatore di Cosolini non è una telenovela “alla Dipiazza”. Non può esserlo. Non ancora, almeno. Però manda in onda già alcune puntate da dignitoso batticuore. E così, dopo quella di 24 ore fa, che raccontava di un tradimento (di un primo cittadino furioso perché qualcuno dei professionisti cui lui aveva fatto giurare il silenzio non era riuscito a tenere la bocca chiusa spifferando i contenuti della bozza sulle direttive prima dell’ufficializzazione del Comune) arriva ora il tempo dell’episodio che culmina invece nello sfogo di chi si sente disprezzato. Snobbato in quanto proprio a quegli incontri segreti fra categorie, associazioni e ordini professionali lo stesso primo cittadino non l’ha neanche invitato. Ma come, certi ambientalisti sì e noi no? Almeno l’assessore Laureni, che sta più a sinistra di Cosolini, ci calcola...
Questo, più o meno, si sarà detto Giorgio Cecco, coordinatore regionale del movimento ecologista “alternativo” FareAmbiente nonché uomo del Pdl dichiarato, essendosi candidato con i berluscones alle ultime amministrative per un posto in Consiglio comunale. «Apprendiamo dalla stampa - si lamenta Cecco - che il sindaco Cosolini ha distribuito un documento ai rappresentanti di categorie economiche, ordini professionali e sigle ambientaliste per avere dei contributi in merito. Valutiamo positivamente la scelta della partecipazione, però noi di FareAmbiente non abbiamo ricevuto alcunché e, anche dopo varie sollecitazioni, siamo ancora in attesa di un incontro sulla questione con lo stesso sindaco, il quale ha dialogato finora solo con alcune associazioni, mentre il suo assessore all’ambiente Umbeto Laureni ha già aperto le tematiche ambientali, inerenti alle sue deleghe, su un ampio tavolo di discussione: speriamo che il primo cittadino segua questo esempio».
Non sono ambientalisti veri e propri, sotto etichetta, ma i geologi si pongono comunque come i liberi professionisti più “ambientalisti”, per definizione, tra quelli coinvolti nell’analisi del Prg. E il loro giudizio - nel giorno ultimo, quello di ieri, fissato dallo stesso Cosolini per raccogliere osservazioni e controproposte alla sua prima “brutta copia” delle future direttive - è sostanzialmente positivo. Ferma restando una raccomandazione sottintesa: nelle periferie non urbanizzate, e magari pure scoscese, non si compiano più quegli errori risalenti all’epoca Illy (e anche prima) che, consentendovi piani di cementificazione per villette (con tanto di piscine che ogni tanto vanno ovviamente svuotate), hanno favorito nel tempo certi smottamenti oggi ben noti. «Cogliendo l’occasione per ribadire come i nostri ricorsi sulla variante Dipiazza non ne avevano come oggetto il contenuto ma solo le sue modalità procedurali - spiega a questo proposito il presidente dell’Ordine regionale dei geologi - possiamo dire che le direttive indicate dall’amministrazione Cosolini, che puntano al contenimento del consumo di territorio e al recupero di aree dismesse e inquinate, sono condivisibili. Ciò che a noi preme prioritariamente, e lo abbiamo fatto presente, è che venga costruito uno strumento normativo-urbanistico che eviti si possano concedere e realizzare edificazioni prima di pianificare, là dove non esiste, una rete per la raccolta e lo scolo delle acque».
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