Tagli, Tondo a Cosolini: «Disposto a trattare»
Il tempo stringe. Il soldo anche di più. Ma mamma Regione ce la metterà tutta per non fare la figura della matrigna coi suoi comuni, a cominiciare dal primogenito, il capoluogo Trieste. Poi non è detto che ci riesca, però almeno ci proverà. Proverà a limitare i danni, a tagliare i tagli. A ridurre il più possibile le perdite choc che, dall’amministrazione di questa città, sono state calcolate in 50 milioni sui 300 attorno ai quali, di norma, pareggia il bilancio corrente. «Stiamo lavorando, faremo tutto ciò che si potrà fare nonostante il quadro economico e finanziario». Parola di Renzo Tondo. Di governatore (oltrettutto in scadenza di mandato e già ricandidato nel centrodestra in vista del 2013) stretto oggi nella morsa tra la cura Monti, che lo Stato gli cala dall’alto, e gli strali che gli vengono appunto dai comuni, pronti a impallinarlo dal basso. Colpa dei tagli contenuti nella Finanziaria regionale di lacrime e sangue che la giunta guidata dallo stesso Tondo (dove siede, proprio come assessore alle Finanze, la triestina Sandra Savino) ha approvato a inizio settimana.
Gli strali più forti sono arrivati, 24 ore fa, dal comune più grande: Trieste capoluogo, per bocca del suo sindaco di centrosinistra, Roberto Cosolini, che ha preconizzato (sentita la ragioneria del Municipio) il rischio concreto di perdere (tra le riduzioni dei trasferimenti ordinari e un Patto di stabilità tiratissimo e teso al rapido rientro da ogni debito pubblico) di 50 milioni su 300 in vista del bilancio di previsione 2013. Roba da far aumentare le tasse e le tariffe, da far tagliare i servizi e da far cancellare una lunga lista di appalti, sui lavori pubblici del primo semestre dell’anno prossimo, da 22 milioni. Sempre che Finanziaria regionale e Patto di stabilità in essa contenuto non cambino, assumendo toni meno drastici, da qui all’approvazione finale prevista in Consiglio regionale entro Natale.
«Il tema posto dal sindaco Cosolini - spiega Tondo - accomuna tutti gli amministratori locali. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a parlare, a ragionare, assieme a loro attorno a un tavolo». Un conto, però, è il messaggio che fa passare il presidente del Friuli Venezia Giulia, è quello che si vorrebbe fare. E un altro quello che si potrà fare. «Il margine della trattativa sul Patto di stabilità con gli enti locali - ancora Tondo - dipende dai margini della trattativa sullo stesso argomento con lo Stato. Il sangue dal muro non si può togliere, i soldi sono quelli che sono, e il Consiglio delle Autonomie locali ne è a sua volta ben conscio. Noi comunque ce la metteremo tutta, nella consapevolezza che anche i tempi sono quelli che sono. Basta che non la si metta giù - e tra queste righe si può leggere pure una risposta, in un certo senso diplomatica, a Cosolini - dicendo che la Regione è cattiva e il Comune è buono, perché tutti lo sanno che non è così. Tutti sanno che la situazione generale è difficilissima, e che ci vuole la massima consapevolezza di tutti i soggetti coinvolti, perché di questo passo si rischia il commissariamento da Roma». «Ripeto, la disponibilità a trattare ad ogni modo c’è - chiosa Tondo - specie con i comuni, che sono la nostra seconda priorità. Dopo la messa in sicurezza della sanità regionale, il nostro obiettivo è proprio tentare di tutelare il più possibile i conti dei comuni, che a loro volta erogano servizi sociali sul territorio». E questo campo per Trieste - per tradizione, età media, ricreatori e asili a proprio carico - è croce e delizia.
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