«Tagli, le istituzioni slovene rischiano di chiudere»
«Le previsioni dei tagli sui fondi finanziari riferiti alla legge 38 del 2001, è fonte per me di grande preoccupazione, perché le istituzioni culturali e sociali delle minoranze svolgono, nella vita della città di Trieste, un'azione di primo rilievo, inoltre sono per la comunità un'importante componente occupazionale. Posso capire i tagli e le razionalizzazioni però senza eccessi». Non è la prima lettera e sicuramente non sarà neppure l’ultima indirizzata a Palazzo Chigi. Il sindaco Roberto Cosolini ha deciso di porre al governo nazionale la questione della minoranza slovena e delle sue istituzioni locali che rischiano di non sopravvivere alla spending review messa in atto dall’esecutivo tecnico di Mario Monti. A rischio ci sarebbero 300 posti di lavoro. «L'appello al presidente del Consiglio - spiega il primo cittadino - vuole porre l'attenzione su un punto particolarmente importante anche nella politica estera del governo rivolta e attenta a questa peculiare area geografica e ai rapporti di cooperazione e scambio con la Slovenia».
E’ questa la ferma posizione che il sindaco Roberto Cosolini ha ribadito ieri al termine di un incontro, svoltosi in Municipio, dove ha ricevuto i rappresentanti della istituzioni culturali cittadine della minoranza slovena. Erano presenti la Scuola di Musica Glasbena Matica, la Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi “Narodna in Studjska Knjiznica”, la giornalista del Primorski Dnevnik, Poljanka Dolhar, il giornalista del Novi Glas Jurj Palsk e una rappresentante del Kulturni Dom di Gorizia.
Proprio ieri pomeriggio il sindaco ha inviato una specifica lettera al premier Monti per richiamare la sua attenzione sulla problematica dei fondi finanziari riferiti alla legge 23 del febbraio 2001 n.38 “Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena nella Regione Friuli Venezia Giulia”.
Il primo cittadino ha ricordato anche come, lo stesso ministro degli Esteri Terzi, al recente incontro intergovernativo Italia-Slovenia, ha assicurato la massima attenzione del governo in merito ai finanziamenti alla minoranza per il 2013. Attenzione che, per ora, non trova riscontri finanziari. Anzi i tagli annunciati potrebbero risultare alla fine letali.
Nella lettera a Monti, Cosolini evidenzia ancora come le organizzazioni della comunità slovena non potrebbero sopravvivere su una base finanziaria come quella prevista per il prossimo triennio 2013-2015, inserita nella legge di stabilità 2013. «Ciò determinerebbe - scrive ancora il sindaco nella lettera - la chiusura definitiva delle maggiori istituzioni culturali, sociali e scientifiche della minoranza slovena in Italia, impoverendo così tutta la realtà della regione Friuli Venezia Giulia e togliendo alla minoranza stessa ogni possibile ruolo di mediazione culturale e valorizzazione del plurilinguismo».
Un pericolo da scongiurare in tutti i modi. «Non ritengo certamente - scrive Cosolini - che ciò sia nelle intenzioni dell’attuale governo e desidero pertanto evidenziare le eventuali ricadute in ambito internazionale, in primis nei rapporti bilaterali con la Repubblica Slovena, se le previsioni finanziarie inserite nella legge di stabilità venissero confermate».
Il sindaco di Trieste a conclusione dell’incontro odierno con la delegazione slovena, ha confermato la vicinanza del Comune di Trieste alle associazioni e alle istituzioni culturali riferibili alla minoranza slovena, che a Trieste impiegano circa 300 persone su un totale di 400 persone in tutto il Friuli Venezia Giulia.
Ma non finisce qua. «La lettera al presidente del Consiglio è la prima iniziativa, - ha dichiarato infine Cosolini - nei prossimi giorni scriverò al presidente della Regione, Renzo Tondo, sperando di incontrare la disponibilità a mitigare questi tagli». Tra circa un mese è previsto un secondo incontro per fare un punto aggiornato sulla situazione.
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