Tagli alle scuole private, monta la protesta
Provincia di Udine, Associazione genitori scuole cattoliche e Forum delle associazioni familiari si schierano contro il taglio delle risorse per le scuole paritarie da parte della Regione. In assestamento di bilancio sono stati stanziati 500 mila euro che tuttavia non bastano ad arrivare agli 800 mila euro dell’anno precedente. «Con la conferma del taglio di un terzo delle risorse destinate alle scuole paritarie la Regione, di fatto, nega la ricchezza culturale e valoriale che deriva dalla presenza nel nostro territorio di scuole statali e paritarie» sostiene l’assessore all’istruzione della Provincia di Udine, Beppino Govetto.
«Si nega l’opportunità di libera scelta ai genitori sul percorso educativo per i propri figli – aggiunge Govetto - e si fa sempre più forte la convinzione di un neocentralismo regionale che invece di porsi al servizio delle istanze più autentiche che arrivano dalla gente, persegue un suo disegno culturale e ideologico che ha come conseguenza pratica la negazione del sacrosanto diritto sulla pari dignità delle scuole paritarie che fanno parte dell’intero sistema nazionale di istruzione».
Rammarico viene espresso anche dal presidente dell’Agesc, Matteo Cornacchia: «Già a marzo avevamo espresso preoccupazione per il vistoso calo dei contributi e perplessità per le modalità con cui negli ultimi anni era stato adottato l’Isee quale strumento di valutazione della situazione reddituale delle famiglie richiedenti». Secondo Cornacchia, «lo stanziamento di 500 mila euro stabilito in sede di assestamento di bilancio non ci pare in linea con il fabbisogno delle famiglie ed è conseguenza diretta dei vizi rilevati dall’associazione: la diminuzione del numero di domande di contributo giunte in regione non va interpretato come un’assenza di bisogno ma è la conseguenza diretta dei difetti dell’Isee e della tempistica con cui lo strumento è stato introdotto».
Critiche sui finanziamenti insufficienti arrivano anche dal Forum delle associazioni familiari, per bocca del presidente Giancarlo Blasoni: «La legge 62/2000, istituita da Berlinguer, sancisce la parità del servizio educativo offerto da scuole statali e non. Parità scolastica non significa privilegi, non è sottrarre risorse alla scuola pubblica ma esattamente il contrario». Il direttore del Bearzi di Udine, don Roberto Dissegna, è «molto preoccupato per i tagli del 40% delle risorse. Il nostro istituto non è un diplomificio e non chiede un obolo ma da 75 anni è esperto in carità, educazione, professionalità e cittadinanza. Chiediamo il rispetto per i genitori che scelgono la scuola paritaria, genitori di 450 ragazzi dai 6 ai 20 anni che sono cittadini attivi di Udine e del suo territorio. Professionisti, imprenditori, artigiani, giusti lavoratori sono stati allievi del Bearzi,vivono e fanno vivere il Friuli».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo