Tagli al Fus, Verdi e Rossetti in sciopero

Niente spettacoli venerdì. Coro e orchestra del teatro lirico suoneranno in piazza e distribuiranno volantini «La Sala Tripcovich diventi patrimonio della Fondazione»

TRIESTE. Non si alzerà il sipario dopodomani al teatro Verdi per la replica della "Bayadère", spettacolo di danza portato a Trieste dal Balletto nazionale lituano. I lavoratori della Fondazione lirica hanno tenuto ieri un'assemblea in cui fra l'altro hanno ratificato (senza votazione) l'adesione allo sciopero del mondo della cultura e dello spettacolo proclamato per venerdì 25 marzo a livello nazionale da Cgil Cisl Uil (e per il settore musica anche dalla Fials) con la partecipazione di varie altre realtà.

Una protesta decisa contro la gravità dei tagli apportati dal governo al Fus, il Fondo unico per lo spettacolo che costituisce la posta più importante alla voce "entrate" delle Fondazioni lirico-sinfoniche del Paese ma apporta un contributo rilevante anche ai teatri di prosa, al cinema, alla danza. Già ridotto per quest'anno a 258 milioni di euro - erano 414 nel 2010 - il Fus risulta sceso di fatto a 231, dopo il congelamento di ulteriori 27 milioni da parte del ministero del Tesoro. Il Rossetti Vero è che - anche dopo l'appello lanciato da Riccardo Muti - Silvio Berlusconi ha annunciato nel giro di 15 giorni una sessione del Consiglio dei ministri mirata a ridurre l'entità dei tagli al Fondo. Ma in attesa che l'impegno preso si traduca in concretezza, lo sciopero si farà. Al Verdi, e anche al Rossetti, dove era prevista una replica dell'«Affarista».

Ieri pomeriggio gli attori della compagnia diretti da Antonio Calenda, al termine di una riunione cui partecipava lo stesso regista e direttore dello Stabile (nonché sovrintendente del Verdi), avevano deciso di recitare comunque «ma proponendo al pubblico, a inizio spettacolo, delle riflessioni forti sulla situazione del teatro italiano», riferiva lo stesso Calenda. In serata, invece, il contrordine annunciato dallo stesso direttore: i tecnici del Rossetti saranno in sciopero, lo spettacolo non ci sarà. Il Verdi Tornando al teatro lirico, le Rsu hanno anche deciso di scendere in piazza: dopodomani alle 18 - è l'annuncio - si esibiranno davanti all'ingresso del teatro.

Coristi e orchestrali proporranno alcune arie d'opera distribuendo dei volantini in cui verrà spiegata la situazione che grava sul Verdi. Una situazione in base alla quale il bilancio preventivo 2011 della Fondazione contempla per ora un contributo Fus di 7 milioni 600 mila euro (erano poco meno di 14 fino a due anni fa). Il pagamento degli stipendi dei circa 250 dipendenti (di cui una quarantina a termine) risulta garantito per tutto l'anno, ma la programmazione a oggi si ferma al 18 giugno: impossibile al momento prevedere quali, dopo quella data, saranno le risorse disponibili per l'attività artistica. Il commento In questo quadro si inserisce il pensiero del sindaco Roberto Dipiazza, che in veste di presidente della Fondazione lirico-sinfonica dichiara che «senza i contributi pubblici il Teatro non sta in piedi.

Ed è una vergogna che nessuno si renda conto del fatto che questa è una grande ricchezza del nostro Paese, lo è forse più di qualche industria». Stanziamenti Mentre la giunta comunale ha appena dato l'ok a un contributo di 550mila euro al Verdi, come anticipo del milione che il Comune eroga annualmente alla Fondazione, sul fronte finanziamenti va registrata anche un'interrogazione del consigliere regionale del Gruppo misto Alessia Rosolen. Sottolineando come la Fondazione «rappresenti in Italia uno dei casi più virtuosi in termini di gestione finanziaria» da premiare «con interventi che compensino i pesanti tagli che hanno colpito il Fus», Rosolen chiede alla Regione «se sia ancora vigente l'impegno assunto con la Finanziaria del 2007, che prevedeva un contributo annuo di un milione di euro destinato a coprire i costi di un mutuo acceso dalla Fondazione per la ristrutturazione del suo debito».

Altri teatri Se Verdi e Rossetti saranno venerdì in sciopero, la questione - almeno per il pubblico triestino - non si pone con il Teatro stabile sloveno: i lavoratori sono attesi infatti al teatro di Maribor. Sarà serata regolare, quella di venerdì, al Miela, come riferisce il presidente Gianni Torrenti. La cooperativa Bonawentura aderisce alla protesta e gli uffici resteranno chiusi, ma lo spettacolo si terrà regolarmente: «È organizzato da Triestango ed è l'unica serata prevista, sarebbe imbarazzante cancellarla». Quanto alla Contrada, infine, il teatro Bobbio vedrà regolarmente in scena dopodomani la prima della "Divina Commedia", la cui compagnia ospite non farà sciopero. Sala esaurita, peraltro, e anche una matinée nel giorno stesso per le scuole: troppo oneroso, per i privati, annullare tutto. All'inizio della serata la presidente della Contrada Livia Amabilino salirà sul palco per illustrare al pubblico i rischi che corre il teatro italiano dopo che la scure si è abbattuta una volta di più sui finanziamenti pubblici.

 

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