Tagli al bilancio e risorse umane accendono la sfida del post Fermeglia

TRIESTE Il conto alla rovescia è partito e l’Università sta per entrare ufficialmente nel mese di campagna elettorale che precederà le elezioni del successore di Maurizio Fermeglia. In attesa del deposito ufficiale delle candidature, che avverrà fra qualche giorno, il trio di professori ordinari che hanno già reso nota l’intenzione di concorrere al rettorato - Roberto Di Lenarda, Rinaldo Rui e Donata Vianelli - hanno parlato per la prima volta in pubblico ieri, nel corso dell’assemblea di ateneo “UniTs: cosa va e cosa non va”, organizzata da un gruppo di docenti autodefinitisi “speranzosi” per fare il punto sullo stato e le prospettive dell’ateneo partendo da un confronto dal basso. Un confronto che ha visto la partecipazione di alcuni docenti e membri del personale tecnico amministrativo, ma è stato disertato dai rappresentanti degli studenti, impegnati nelle elezioni studentesche che si stanno svolgendo in ateneo.
Tante le problematiche emerse nel corso del dibattito: l’eccessiva burocratizzazione dei processi e i troppi regolamenti, il personale tecnico-amministrativo sempre più ridotto nei numeri, i tanti pensionamenti in arrivo. E ancora una visione troppo aziendalistica dell’università, le poche occasioni di confronto tra le varie componenti dell’ateneo e con il suo vertice, la richiesta che UniTs prenda posizione rispetto a determinate decisioni della politica, con il riferimento al caso del vademecum sul Giorno del Ricordo firmato anche da Raoul Pupo.
Recuperare la centralità delle persone all’interno dell’Università è per i tre candidati il punto essenziale da cui partire: «Fare il rettore è uno dei mestieri più difficili - dice Di Lenarda -, ma è vero che in questi anni vi sono state criticità nella governance. Il bilancio non è stato gestito al meglio e in sede di chiusura si sono operati tagli quasi casuali per riportarlo in pareggio. Va recuperato inoltre un rapporto forte tra i Dipartimenti e la sede centrale e bisogna lavorare per la gestione del turnover che affronteremo nei prossimi anni. Sono molte, specie tra il personale amministrativo, le persone sfiduciate perché non è stata riconosciuta la loro professionalità. Molte opportunità inoltre sono state perse per la scelta miope di non rafforzare alcuni uffici, in primis l’ufficio concorsi. E anche nel rapporto con le altre istituzioni del territorio abbiamo il dovere di farci parte attiva rispetto al nostro ruolo come Università, centro della cultura di questa città».
In questi anni, evidenzia Vianelli, sono state poste le basi per un cambiamento nella didattica, nella ricerca, nella terza missione e nell’internazionalizzazione, e negli ultimi quattro anni le immatricolazioni sono aumentate del 20%. «Ma non abbiamo saputo utilizzare al meglio i finanziamenti erogati e il disagio di chi si occupa dell’amministrazione è sotto gli occhi di tutti, con uffici svuotati di personale su attività fondamentali. Va rivista l’organizzazione del lavoro, con un’analisi dei flussi e dei processi, e dobbiamo semplificare i regolamenti e la burocrazia».
Per Rinaldo Rui infine va rivista l’impostazione verticistica del sistema, perché ciò che viene imposto dall’alto non crea motivazione: «Chi sta al vertice è un primus inter pares, primo tra colleghi e non a capo di un’azienda: il compito del rettore è raccogliere le volontà della base e cercare di coordinarle perché si vada nella direzione giusta. E serve una visione a lungo termine, anche sul bilancio, perché non si può ragionare a colpi di decreti». —
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