Tacito mette in crisi i liceali: «Spiazzati»

Al classico seconda prova di maturità particolarmente ostica. Più sereni i ragazzi dello scientifico
Silvano Trieste 17/06/2015 Dante, prova scritta
Silvano Trieste 17/06/2015 Dante, prova scritta

La seconda prova dell’esame di maturità 2015, diversa per ogni indirizzo, mette in crisi gli studenti triestini, soprattutto i ragazzi dei licei classici, alle prese con Tacito. Allo scientifico escono problemi sulle tariffe di un operatore telefonico in roaming, che dividono i giovani, tra chi considera la traccia semplice e chi più complessa.

Al classico la versione di Latino e i quesiti hanno messo in seria difficoltà molti maturandi in tutta Italia, che al web hanno affidato lamentele e proteste, per un esame considerato «poco chiaro», «equivoco» o addirittura «impossibile». Fuori dal liceo Dante gli studenti apparivano arrabbiati e piuttosto delusi. «Un testo difficile da interpretare, ambiguo, comprese le domande – spiega Alessia Giassi – in molti hanno paura di essere finiti “fuori tema”», «È un autore che non abbiamo mai trattato in classe, proposto in modo fuorviante – rincara Paolo Razza – in più il testo sembrava un copia e incolla, con pezzi messi un po’ a caso. Siamo abbastanza preoccupati». «Non sono per niente contenta - aggiunge Gemma Aquilante - è un argomento mai approfondito in classe, credo che per il futuro sia necessario introdurre almeno un’alternativa, così proprio non funziona».

Molti raccontano di aver provato confusione subito dopo aver letto la traccia, «tanto che quasi tutti hanno chiesto ripetutamente indicazioni agli insegnanti – racconta Martina Luce – perché mancavano le linee guida di base per uno svolgimento corretto. E poi era una prova molto diversa da quelle fatte in precedenza in classe». «Mi sento un po’ disorientata – ammette Erica Deponte – pensavo di aver scritto correttamente ma confrontandomi con i compagni non sono più sicura. Di certo ci aspettavamo un tema differente, di ampio respiro, non così specifico. Siamo tutti confusi e abbiamo paura di aver interpretato male il testo».

Più sereni invece gli studenti dei licei scientifici, anche se emozione e tensione sono sempre in agguato. All’Oberdan i primi a concludere la prova sono usciti dalla scuola impiegando la metà del tempo a disposizione. «Problemi difficili, quesiti più semplici – secondo Mattia Scandolo, fuori dal portone del liceo dopo circa tre ore – considerando le simulazioni fatte in classe i quesiti erano tutti fattibili, mentre i problemi leggermente più complicati ma non impossibili. Ci vuole preparazione ma anche qualche intuizione del momento». «Ho impiegato mezzora solo per leggere tutto – ricorda Marco Luglio – speriamo bene, per ora sono abbastanza contento, adesso si torna a studiare per la prova di lunedì, tra casa e Barcola. Mi porterò i libri al mare».

Dopo qualche ora anche gli altri ragazzi escono, a gruppetti, c’è chi sorride soddisfatto e chi sembra pensieroso, mentre si confrontano su risposte e dubbi. «Alla fine è sempre un’incognita, alcuni hanno paura di aver sbagliato, altri sono più decisi – dicono – ma ormai è fatta, meglio pensare già alla terza prova di lunedì».

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