Tabaccai, guadagni in fumo. Tutti in Slovenia
Non solo benzinai. Vendite crollate del 70%. Tabaccherie scese da 210 a 160 in un decennio. Basterebbero questi due numeri per inquadrare l'entità della crisi che ha colpito i tabaccai. La concorrenza slovena non solo ha messo in ginocchio le stazioni di servizio ma sta presentando il conto giorno dopo giorno anche a questa categoria.
Peraltro, al danno si aggiunge la beffa perché crollano anche le entrate per la Regione: tale situazione determina un notevole decremento degli incassi sotto l'aspetto erariale (il livello di tassazione è pari al 75 per cento del prezzo dei tabacchi) e conseguentemente mancati introiti per il bilancio regionale stimabili in decine di milioni di euro annui.
Focalizziamo ora il discorso soltanto su Gorizia grazie ai dati della Camera di commercio: nel 2005 le rivendite di sali e tabacchi attive sul territorio comunale (parliamo, quindi, esclusivamente del capoluogo) erano 32. Da quell'anno, con la sola eccezione del periodo 2009-2011, si è registrato un costante calo del numero di imprese attive nel settore, scese oggi a quota 19. Un trend che, tuttavia, non pare essersi arrestato.
«L'esodo transfrontaliero dei consumatori italiani - ha denunciato qualche tempo fa il consigliere regionale Rodolfo Ziberna - che si recano a fare scorta oltreconfine dove le sigarette arrivano a costare fino al 40% in meno si è fatto ancora più intenso, complice la crisi economica che induce chi fa uso di tabacchi a guardare con attenzione ancora maggiore al risparmio. È un trend che determina un doppio danno, ovvero guadagni minimi per i tabaccai locali, mancato introito per lo Stato che non incassa le accise, che costituiscono il 58% del prezzo del prodotto ed i cui nove decimi rimangono in regione».
Del resto è nota l’abitudine dell’automobilista italiano che va a fare il pieno in Slovenia: quando va alla cassa a pagare la benzina di solito si prende anche una stecca di sigarette, gomme americane e altri generi di conforto che non sono però tutti convenienti.
«Perciò, a titolo meramente esemplificativo, ogni stecca di sigarette non acquistata in Italia del valore di 50 euro, ben 29 è costituito dalle accise, di cui 26,10 vengono attribuiti alla Regione.
Da ciò ben si comprende il danno subito dalla Regione!» Per questo Ziberna vuole conoscere dalla Regione quali azioni intenda intraprendere e adottare, anche presso il Governo nazionale ed in ambito comunitario, per individuare le possibili azioni e soluzioni atte a perseguire il duplice obiettivo di garantire l'attività degli occupati nel settore della distribuzione dei tabacchi unitamente ad un più sostanzioso gettito erariale derivante dalle accise sui tabacchi corrispondenti al reale consumo di tali prodotti nella Regione (livellamento delle accise, maggiori margini per tabaccai a seconda della loro distanza dal confine che non costituirebbe né risarcimento né indennità, bensì investimento, etc.).
Infine, altri dati. Sono in calo anche le edicole, molte delle quali vanno a braccetto (appunto) con le tabaccherie.
Sì, neppure alle rivendite di giornali va meglio, anche se l'identificazione attraverso il codice camerale che consente l'individuazione della tipologia dell'azienda può non aiutare, a causa di sovrapposizioni o addirittura di iscrizioni con finalità differente (vendita di beni residuali, ad esempio).
Le edicole erano 14 nel 2005 e hanno conosciuto una rapida espansione negli anni dal 2006 al 2011, complici pure il boom delle lotterie istantanee (i gratta e vinci) e del Superenalotto, che ha fatto moltiplicare le ricevitorie anche sul territorio goriziano.
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