Sweens: «Dall’automazione alle emissioni vogliamo un terminal sostenibile»
L’amministratore delegato di Hhla International Philip Sweens: «Puntiamo a essere il motore della digitalizzazione»
«Digitalizzazione e automazione: questi sviluppi pongono sfide importanti per l’intero settore logistico. Ma soprattutto offrono grandi opportunità. L’ambizione di Hhla è essere il motore della trasformazione digitale nel porto». A spiegarlo è Philip Sweens, amministratore delegato di Hhla International, alla guida della Piattaforma logistica del porto di Trieste ora sotto bandiera tedesca.
Sweens, quali sono le sfide della logistica 4.0?
Per raggiungerle l’azienda ha bisogno di ridefinirsi continuamente. Il Ceo di Hhla Angela Titzrath lo descrive bene: «Hhla è una startup da oltre 130 anni». Solo chi è aperto al cambiamento e ha il coraggio di plasmarlo attivamente continuerà ad avere successo sul mercato. Un esempio è la nostra strategia di sostenibilità “Logistica bilanciata”, che punta ad essere sostenibile dal punto di vista ambientale come l’intero Gruppo Hhla entro il 2040. Per noi, questo significa trovare un equilibrio tra risultato economico, buone condizioni di lavoro, responsabilità sociale e ambiente. In tal modo, dobbiamo anche avvicinarci alle nuove tecnologie senza riserve.
Automazione, connettività e processo decisionale sono i tre assi su cui si sta sviluppando la logistica 4.0. State già lavorando a questo?
L’uso di “informazioni intelligenti” e sistemi di automazione è sempre stato fondamentale per lo sviluppo del business di Hhla ben prima dell’avvento dell’era digitale. Ma gli obiettivi di Hhla vanno oltre. Non si tratta solo di sviluppare il core business esistente “a prova di futuro”, ma anche di aprire nuove aree di business. La stampa 3D, l’uso di droni e la tecnologia dell’idrogeno sono solo alcuni esempi. Un altro approccio è la collaborazione e la connettività lungo i flussi di trasporto globali. Mentre in passato venivano sviluppate principalmente soluzioni su misura, oggi l’attenzione è rivolta al networking interaziendale e all’integrazione di sistemi globali. Perché le sfide del futuro possono essere affrontate solo insieme ad altri player.
Siete entrati da poco nel porto di Trieste. La sfida della nuova logistica può essere giocata anche qui?
Abbiamo acquisito la maggioranza delle azioni del terminal all’inizio di gennaio 2021. Trattandosi in parte di un terminal “greenfield”, questo ci dà l’opportunità di implementare alcune funzionalità in linea con le nuove tecnologie. Abbiamo già investito in attrezzature per la movimentazione a basso consumo e bassa rumorosità, considerando che il terminal è molto vicino alla città e stiamo cercando di implementare ulteriori tecnologie. In particolare, stiamo cercando di avere un varco di accesso al terminal più automatizzato. Abbiamo inoltre un grande progetto che stiamo già sviluppando: implementare nuove funzionalità per ridurre le emissioni, migliorare l’efficienza quanto le tecnologie e le normative lo consentiranno.
Hhla ha molta esperienza con l’automazione nel porto di Amburgo. Questo sistema potrebbe rendere superfluo il lavoro dei portuali?
Hhla è stato un pioniere nell’automazione dei terminal e del nostro Altenwerder, dedicato ai container, ad Amburgo, in funzione dal 2002. Da allora abbiamo continuamente migliorato la tecnologia e recentemente siamo stati certificati come “primo terminal per container a impatto zero al mondo”. Un sito altamente automatizzato non funziona senza personale, al contrario, il personale è fondamentale per il buon funzionamento del terminal. Dire che il lavoro dei portuali sarà superfluo e inutile non è corretto, avrà ancora un ruolo, ma si evolverà e richiederà competenze diverse. Gli aspetti “difficili” del lavoro, soprattutto la parte pericolosa come trovarsi in mezzo a macchinari pesanti la notte e con il maltempo, non ci saranno più, saranno sostituiti da un ambiente di lavoro molto più sicuro.
Come conciliare la nuova filosofia della logistica 4.0 con la Piattaforma di Trieste, dove operatori portuali e movimentazione delle merci giocano ancora un ruolo di primo piano?
Penso che questo possa e debba essere conciliato e il nostro obiettivo è farlo. Guardando ai nodi principali, automazione, connettività e processo decisionale, ci stiamo concentrando molto su questi punti per lo sviluppo di Trieste. Il nostro obiettivo è quello di avere un terminal sostenibile, efficiente e automatizzato e stiamo lavorando per implementare questi aspetti. Dallo sviluppo dei servizi ferroviari, all’automazione dei processi amministrativi e operativi, fino alla riduzione di rumore e emissioni.
Se si parla di movimentazione merci non si può prescindere dall’importanza dei dati e della sicurezza per la protezione delle informazioni. Il gruppo Hhla è pronto?
L’importanza dei dati è un elemento centrale e strategico della digitalizzazione. Oggi, le aziende basate sui dati sono in grado di generare conoscenze rilevanti per il business attraverso un database in rete e l’uso di processi di analisi intelligenti in modo tale che le decisioni strategiche possano essere prese in tempo reale. L’utilizzo intelligente dei dati supporta il nostro obiettivo di un maggiore orientamento al cliente, lo sviluppo di nuovi modelli di business e l’ottimizzazione dei processi. Naturalmente, questo include sempre la sicurezza dei dati. Hhla fa parte dell’infrastruttura strategica della Germania e come tale ha standard molto più elevati sulla protezione dei dati. Queste regole si applicheranno anche al terminal di Trieste dove garantire che il flusso di informazioni sia efficiente, il più automatizzato possibile e sicuro è un impegno fondamentale.
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