Svolta “green” per scuole e ospedali
TRIESTE. «Stiamo lavorando a un programma di caratura nazionale: un modello per l’Italia. Faremo una rivoluzione, non una riforma: cambieremo il modello di sviluppo del territorio, dando seguito a Rilancimpresa». L’assessore all’Ambiente ed Energia Sara Vito accelera sul Piano energetico regionale (Per), argomento “forte” del programma elettorale del centrosinistra, annunciando tra l’altro la svolta “green” di scuole e ospedali, con 57 milioni di euro destinati alla loro riqualificazione energetica.
«Vogliamo creare una “bioregione” - spiega l’assessore - e raccogliere la sfida della lotta al cambiamento climatico, puntando su fonti rinnovabili ed efficienza dei consumi nel comparto edilizio, industriale e dei trasporti. Ripenseremo la distribuzione dell’energia, incentivando innovazione, ricerca applicata e nascita di professioni green». E ancora, pur ribadendo il no agli elettrodotti di Udine Ovest-Okroglo e Somplago-Würmlach, Vito garantisce la realizzazione di «infrastrutture transfrontaliere, perché dobbiamo pensare il Friuli Venezia Giulia inserito in un’area più vasta, assieme ad Austria e Slovenia». L’assessore sottolinea inoltre l’importanza di occuparsi delle «strategie energetiche regionali in una fase di transizione del sistema a livello internazionale. Il piano precedente risale al 2007: un altro mondo. La giunta vuole colmare un vuoto di pianificazione e dare impulso a una “new green economy”, pulita e a basso impatto».
Il Per metterà in campo una cinquantina di azioni per modificare lo scenario odierno: «Il documento è già adottato in via preliminare dalla giunta e sarà approvato entro l’anno dopo le audizioni con chi produce e trasporta energia, con il mondo economico, i sindacati e gli ambientalisti. Il nostro obiettivo è il 2020, come indicato dalla programmazione europea. Abbiamo comunque già cominciato a lavorare, spendendo circa 46 milioni per gli interventi di risparmio energetico su prima casa, efficientamento dell’edilizia Ater, rifacimento dell’illuminazione dei piccoli comuni, acquisto di veicoli ecologici o ibridi, utilizzo di biomasse, riqualificazione energetica dei settori produttivi e impulso alle rinnovabili nelle aziende agricole. Nei prossimi anni investiremo altri 57 milioni per la riqualificazione energetica di edifici scolastici e ospedalieri». Il direttore regionale del Servizio energia, Sebastiano Cacciaguerra, si concentra su inquinamento e costi: «Passeremo da petrolio, gas e carbone alle rinnovabili. Ridurremo le emissioni climalteranti di Co2 e ridurremo anche i costi per l’acquisto delle materie fossili. L’efficientamento ridurrà le spese per le aziende e produrrà posti di lavoro. Altri ne nasceranno dalla produzione di impianti fotovoltaici e simili». Cacciaguerra rileva che «il Fvg ha già raggiunto l’obiettivo di “burden sharing” fissato dal governo per il 2020, cioè la quantità di consumi proveniente da rinnovabili, che dev’essere il 12,7% sul totale. L’uso di rinnovabili ha avuto un salto notevolissimo, il 700% fra 2012 e 2015, soprattutto grazie all’autoproduzione con pannelli solari, fotovoltaico e stufe a pellet. Vogliamo rafforzare il processo e ridurre le emissioni di Co2 di 600mila tonnellate all’anno».
Non tutto avverrà in un batter d’occhi. Vito intende «superare il prima possibile l’uso di una fonte sorpassata come il carbone nella centrale di Monfalcone». L’assessore chiude ancora una volta sul rigassificatore triestino di Zaule anche se «si può ipotizzare un piccolo impianto sul territorio regionale, purché compatibile con lo sviluppo del porto che lo ospiterà. Il futuro è comunque sempre più quello della produzione fatta a livello territoriale, soprattutto con il fotovoltaico e la biomassa legnosa: è finito il tempo delle grandi centrali, sta arrivando quello delle reti “smart” che si autosostengono».
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