Svolta dell’ospitalità con gli hotel dell’800 per la città giardino
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È grazie all’instancabile attività promozionale di Carl von Czoernig, boemo, alto funzionario dell’Impero e presidente della Commissione centrale di statistica e di quella per i monumenti antichi da lui fondate, che Gorizia diventa città turistica per lo slancio impresso dal suo testo del 1873 “Gorizia la Nizza austriaca”. Scelse infatti la città nel 1866 per trascorrervi la pensione, come tanti funzionari austriaci benestanti con belle ville nei luoghi più ameni, tanto da beccarsi il nomignolo di “Pensionopoli”.
Nascono tanti alberghi in centro come l’Hotel Südbahn in piazza Battisti e molti sulle quattro strade di accesso: in fronte alla stazione ferroviaria sui due rilevati antistanti, la Stella d’Oro sulla strada per Lubiana, l’Hotel Posta e l’Unione in via Garibaldi che incrociava la postale per Trieste, lungo via Montesanto per chi veniva dalla Carniola e lungo il viale XX Settembre ornato da eleganti ippocastani rigorosamente bianchi, che nasce come via del Ponte Nuovo. La strada principale di accesso per chi veniva da oltre Isonzo, dalla Bassa, dal Veneto e dal Friuli, dato che l’altro ponte sarebbe stato costruito appena nel 1903. Lungo il largo viale eleganti alberghi immersi nel verde dei giardini, l’Hotel Pension nella villa costruita dall’architetto Fayenz nel 1863 per i baroni Formentini e oggi Liceo Classico, vicino l’albergo Tirolerhof della famiglia Joos proveniente appunto dal Tirolo, le cui vicende vennero raccontate dal noto pittore Roberto Joos nel suo testo “L’albergo sul confine”, Leg edizioni, 1997.
Diversamente dall’albergo una volta di fronte, demolito per case a schiera, il Tirolerhof si è ben conservato, come si può notare con la bella cartolina della collezione di Roberto Ballaben, colorata a mano dal fotografo Enrico Niggl, con atelier dal 1881 al 1893 in via del Giardino 12, in una casa che non esiste più. Colpisce ancora l’atmosfera del giardinetto davanti, seppure molto modificato, che della sua sistemazione all’italiana conserva ancora la siepe in bosso al centro.
Della storia alberghiera goriziana, ne scrisse Luciano Spangher per l’Ente Provinciale per il Turismo presidente Mario Del Ben, in “L’ospitalità a Gorizia” breve storia delle locande e degli alberghi cittadini ad il turismo dalla nascita fino alla situazione all’uscita del libretto nel 1972, quando erano disponibili in città 468 camere e 783 letti in 24 strutture ricettive, in gran parte oggi scomparse.—
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