Svelato il mistero dell’idrovolante sul golfo a bordo un pilota ronchese di 17 anni

La storia
Di se stesso ama dire, scherzando ma neanche troppo, che non gli piace stare con i piedi per terra. E basterebbero queste parole, riferite da mamma Michela, a spiegare la singolarità di un ronchese di 17 anni che ha imparato prima a volare che a condurre l’automobile. In tasca infatti, Luca Ocretti, classe 2002, studente al quinto anno del Malignani di Udine, indirizzo Costruzioni aeronautiche (non a caso), ha la “patente” di volo, in realtà un brevetto, ma non ancora quella di guida, per via della minore età. I fatidici diciott’anni sono obbligatori per i veicoli su strada, non per quelli su cielo.
Il suo non è un caso unico o eccezionale – qualche altro allievo del rinomato Iti friulano, iscritto allo stesso indirizzo, ha conseguito la licenza di volo in aliante o l’attestato per ultraleggeri – ma sicuramente raro. Eccezionale, invece, è stato l’altro giorno la sorvolata, quasi una ricorrenza che chiude il cerchio della Storia, sui Caregoni. È così servita su un piatto d’argento la risoluzione del “giallo” dell’idrovolante, avvistato venerdì pomeriggio da numerosi bagnanti e rimbalzato perfino sui social. A bordo, come passeggero del velivolo che ha ammarato sulla vecchia pista da test dei mitici Cant, usciti dalla fucina industriale dei Cosulich a partire dal 1923, c’era proprio il pilota Luca Ocretti, il giovane ronchese con la passione per le ali d’acciaio. Non era la prima volta che Valter, il pilota dell’idrovolante applaudito venerdì ai Caregoni dai più piccoli, volava sul golfo di Panzano. E a quanto si apprende non sarà neanche l’ultima: chi avvisterà il velivolo con i fiorellini sulla carlinga saprà che si tratta di lui. L’aereo anfibio è uno “storch”, prodotto da una ditta friulana, la Fly sinthesis.
L’amore per la cloche, nel 2018, aveva portato Luca Ocretti a svolgere, appena 16enne, il corso per diventare pilota di ultraleggeri alla scuola di volo Fly e Joy di Premariacco. A ottobre di quell’anno, pochi giorni dopo aver spento 17 candeline sulla torta, e soprattutto dopo aver seguito 16 ore di lezioni di volo e 30 di teoria aveva sostenuto l’esame pratico e teorico che ora gli permette di volare. In futuro pensa di prendere il brevetto anche per gli idrovolanti. «Qualche settimana fa – racconta con entusiasmo lo studente – ho invece svolto, dopo 46 ore di pratica aerea, l’abilitazione a portare un passeggero. Così ora ho più di 50 ore di volo come pilota ai comandi, abilitato al trasporto passeggero e alla radiotelefonia aeronautica in inglese».
Degli aerei il ragazzo conosce tutto e sa pure la storia dei Cant Z. Il suo più grande sogno è «lavorare volando» per «aiutare gli altri, magari come pilota di elisoccorso o ancor meglio come pilota di Canadair, i fantastici velivoli che impediscono il propagarsi degli incendi attraverso il lancio di acqua». Ça va sans dire che il giorno più bello della vita di Luca, fin qui, è stato «quando per la prima volta ho staccato le ruote da terra da solo» e lo studente dell’Iti si è librato nell’aria. È accaduto quasi un anno fa, il 19 agosto 2018. «Dopo 12 ore di volo e di istruzione – ricorda – era arrivato il grande momento che resta sempre impresso in ogni pilota: così, in una calda giornata di sole, ho potuto volare davvero, da solo. Con le mie uniche capacità. Ho provato sensazioni che mai dimenticherò». Ecco perché, a Luca Ocretti, non piace stare troppo a lungo con i piedi per terra. —
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