Svbg al voto il 23 febbraio E Gialuz scende in campo
Mitja Gialuz scioglie le riserve e conferma: «Mi candido». E lo fa con una squadra «ampia e molto solida», assicura. La partita per il futuro vertice della Società velica di Barcola e Grignano, sodalizio organizzatore della Barcolana, si delinea. Da un lato, appunto, Gialuz e la “sua” compagine. Dall’altro il gruppo guidato da Ennio Bandelli e Marina Parladori. Saranno i soci della Svbg a decidere, votando. Quando? Domenica 23 febbraio, data ufficializzata per la chiamata alle urne attraverso cui si eleggerà il nuovo consiglio direttivo. Quello che, di fatto, andrà a succedere al board sfiduciato nella burrascosa assemblea dello scorso 14 dicembre, durante la quale il presidente Vincenzo Spina aveva presentato le proprie dimissioni.
In vista delle elezioni (che si svolgeranno come di consueto nella sede Svbg di viale Miramare 32), entro il 7 febbraio andranno depositate le candidature per gli undici posti del direttivo Svbg. Vi entreranno a far parte gli undici, appunto, più votati. Non è escluso dunque che la composizione alla fine possa anche essere “mista” rispetto ai due schieramenti che si stanno preparando, come peraltro già accaduto in passato. Al fianco di Gialuz, ricercatore e professore aggregato di Procedura penale all’Università di Trieste, dal settembre 2012 componente del cda della Fondazione CRTrieste, alla Svbg già dal lontano 1983 (quando a 8 anni iniziò a frequentare la scuola vela) e con un passato da velista condito da risultati di rilievo (come un titolo iridato juniores nella classe olimpica 470, e poi su imbarcazioni d’altura due Giri d’Italia e un campionato nazionale Ufo vinti), scendono in campo altri nomi noti. Uno, in particolare, si è legato in tempi non così remoti alla struttura dirigenziale della Svbg: Mauro Parladori, presidente della società velica dal 2001 all’inizio del 2005. Oltre a lui, il revisore contabile Tullio Bontempo che, nel “progetto Gialuz”, è considerato l’uomo giusto per il ruolo di tesoriere, e ancora Flavia Bottaro, nel mondo sportivo della vela vincitrice anche di un campionato italiano di match race.
«La situazione in questo momento è difficile - osserva Gialuz, entrando nel dettaglio sulla sua decisione di candidarsi - e c’è quindi la necessità di coinvolgere molte persone. Assieme a Mauro Parladori abbiamo lavorato per unire tanti soci per un progetto di rilancio della società e della Barcolana, che è l’evento della città e non solo della Svbg. Simbolo del rapporto fra Trieste e il mare, e volano per l’economia cittadina. Sono stato colpito dall’entusiasmo con cui in tanti si sono messi a disposizione, sia con un eventuale coinvolgimento interno (nel direttivo, ndr), sia esterno». La figura di Mauro Parladori, per esperienza maturata, è considerata dal gruppo che fa riferimento a Gialuz quella ideale per andare a ricoprire la veste di vicepresidente, con lo stesso docente universitario al timone. Sebbene nessuno alla Svbg parli di contrapposizione, quanto piuttosto di confronto interno mirato a ritrovare la coesione perduta (come ha evidenziato lo strappo dell’assemblea di dicembre), è chiaro che in ogni caso i due gruppi di lavoro abbiano idee diverse in particolare su ciò che dovrà essere la Coppa d’Autunno dall’edizione 2014 in poi. «La ricetta per la Barcolana non è tornare al passato - riprende Mitja Gialuz - ma guardare al futuro rispettando il suo segreto che sta nella fusione delle barche piccole con le grandi, di quelle classiche con le ipertecnologiche, e se vogliamo del legno con il carbonio. Deve avere più barche in generale, continuando a essere una festa. Non bisognerà tanto cambiare la regata in mare, quanto ragionare sul format dell’evento a terra».
Sull’altro versante, Ennio Bandelli e Marina Parladori (cugina di Mauro) continuano a lavorare alle candidature, partendo dall’idea di base di un “ritorno al passato” per la regata, nel segno dello «spirito originario della manifestazione che si fonda sulle piccole imbarcazioni», aveva detto a fine dicembre Marina Parladori. Spirito di cui, aveva aggiunto la ex vicepresidente (nel primo mandato di Vincenzo Spina), «ci si stava sempre più dimenticando».
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