Susanna Tamaro, la Via Crucis per chi non crede IN REGALO CON IL PICCOLO
Il silenzio di Dio risuona fortissimo in questo tempo fatto di rumori. Lo senti nell’agonia del pianeta Terra, avvelenato dal delirio di onnipotenza dell’uomo. Lo percepisci nell’ilare infelicità delle persone. Lo ritrovi nella raggelante corsa al possesso di oggetti inutili, nell’assenza sempre più evidente di amore, nell’ansia di sopraffazione dei più forti nei confronti dei più deboli.
Eppure, mai come adesso, la tentazione della fede ritorna a prendere forza. Lo dice con parole forti, sofferte, piene di disperazione e speranza Susanna Tamaro. La scrittrice di “Và dove ti porta il cuore”, “Anima Mundi”, “Ogni angelo è tremendo”, in un testo scritto per la Via Crucis che partirà domani sera, alle 20.30, dal colle di San Giusto e attraverserà una parte di Trieste.
Quel testo è diventato un libro: “Via Crucis meditazioni e preghiere”, che verrà dato in regalo in anteprima solo oggi a chi acquisterà “Il Piccolo” nelle edicole. L’anno prossimo, poi, sarà pubblicato dalla casa editrice Bompiani prima in e-book e quindi in volume.
«Questa “Via Crucis” è stata davvero una sfida, per me, in tutti i sensi - racconta Susanna Tamaro -. È stato don Ettore Malnati, il vicario episcopale per il laicato e la cultura della Curia di Trieste, a chiedermi se potevo scrivere un testo da leggere, poi, durante la funzione del venerdì santo. Così, all’improvviso. Ho risposto: ci provo, non so cosa ne verrà fuori».
E poi?
«Mi sono messa al lavoro. E in poco più di una settimana ho finito il testo. Devo dire che è stata una bella esperienza. La Via Crucis è anche un classico letterario. Se vuoi scrivere su questo tema devi affrontare tutta una serie di passaggi obbligati».
E lei si è documentata, ha letto tanto...
«Sì, ho dovuto leggere rapidamente, perché non conoscevo i testi più famosi sulla Via Crucis. E poi, partendo da lì, ho voluto fare qualcosa di diverso. Qualcosa che parlasse alla gente al di là del linguaggio della teologia, del rituale».
Una Via Crucis che le assomiglia molto?
«Ho voluto portare nelle meditazioni di questo testo il mio sguardo. Cioè lo sguardo di una cattolica anomala, che parla anche alle persone lontane dalla religione. Perché penso sia importante arrivare anche a chi non crede, a chi non ha dimestichezza con il Vangelo. Con il messaggio del Cristo».
Ha voluto fuggire lontano dalla retorica?
«Sì, perché è uno dei mali che rende spesso incomprensibili, inavvicinabili queste funzioni. Ho voluto rompere la retorica, ragionare sulle cose che ci angosciano, ci tormentano adesso».
Il nostro tempo sta perdendo il rapporto con la fede?
«Direi soprattutto che si è sviluppata una grande ignoranza sui temi della fede. In un tempo tutto sommato limitato, poco più di quarant’anni. Lasciando spazio a una devastante solitudine».
Un pessimo cambio?
«Adesso regna l’inquietudine del cuore. Che ci porta comunque a cercare una dimensione diversa riempiendo i nostri giorni di cose inutili. Archiviare il mistero, che è profondamente radicato nell’uomo, non significa andare incontro a una vita felice. Spesso, sono solo abbagli i nostri momenti di gioia».
Sta parlando di una bulimia della felicità?
«Esattamente di quello. Stiamo cercando tutti questa felicità pronto uso. Ma alla fine, se ci guardiamo in giro, la gente è sempre più depressa, triste, sola».
Il suo Cristo ci assomiglia molto...
«Oggi, non possiamo continuare a raccontare la storia di un uomo vissuto in Palestina millenni fa. Dobbiamo ricordare che Gesù è passato attraverso il dolore, ma per risorgere. La Chiesa deve smettere di esaltare la parte doloristica del Figlio di Dio per annunciare, invece, che lui ha vinto la Morte».
E noi?
«Possiamo partecipare alla rinascita, con lui, in un tempo eterno. E questo è un concetto davvero rivoluzionario. Diro di più...».
Che cosa?
«Che il cristianesimo, vissuto così, può essere davvero divertente. Non hai paure, affronti la vita cercando la sua dimensione più profonda...».
Perché le donne sono ancora un’assenza nella Chiesa?
«Uno dei motivi della sclerosi della Chiesa è proprio l’emarginazione delle donne. Tutto il mondo si fonda sulla dualità. Yin e yang, maschio e femmina. Ma perché la Chiesa ha voluto escludere proprio chi dà la vita?».
Il delirio umano sta distruggendo la Terra...
«Siamo schiavi di un delirio ipertecnologico. Ma se continuiamo a inquinare le acque, a avvelenare il cibo, a manipolare la vita, siamo destinati a sparire. E anche in fretta».
Anche la Chiesa dovrà cambiare...
«Sono felicissima di questo nuovo Papa. Non ho dormito la notte dalla gioia. Credo che con lui la gente smetterà di dubitare della Chiesa: adesso, molti preti non sono più testimoni credibili della fede cristiana. Non si può dettare regole agli altri e poi tradire il messaggio in cui si dice di credere».
alemezlo
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