Superporto, spuntano altri pretendenti A Venezia presentazione del progetto-gemello

Contatti tra Unicredit e le ferrovie germaniche per traffici merci da e per l’Adriatico. Venezia si fa avanti
TRIESTE
Il superporto di Trieste e Monfalcone non decolla, almeno non ancora. Ma le concorrenti non mancano, men che meno aspettano: Capodistria corre, Venezia accelera. Ed è la più insidiosa. Unicredit Logistics - la società di corridoio del colosso bancario che ”sponsorizza” il superoporto da almeno tre milioni di teu all’anno e un miliardo di euro di investimenti, mettendo sul piatto l’interesse di pezzi da novanta come Generali, Abertis, Gavio e Benetton, ma reclamando tempi certi e veloci ai palazzi della politica - non resta indiffente alle ”avances” venete. Anzi, scommettendo su una nuova portualità italiana e su una nuova centralità dell’Alto Adriatico, manifesta interesse. Potrebbe spostare altrove le sue attenzioni se Trieste e Monfalcone non si danno una mossa?

Chissà.


Di sicuro, a riprova che va di fretta, Unicredit cerca alacremente il partner più prezioso, anzi irrinunciabile: quello che deve portare i traffici. La danese Maersk è un’opzione forte, e si sa. Non l’unica, però: la tedesca Db Schenker, la maggior impresa ferroviaria merci d’Europa, è un’altra opzione. Non meno forte. E Unicredit, mettendo in moto la controllata tedesca Hvb, ha già avviato i contatti. C’è persino una terza opzione: le ferrovie austriache. E il colosso bancario, stavolta mobilitando l’austriaca Bank of Austria, ha aperto pure quel canale.


I TEDESCHI
Le conferme, seppur con le cautele del caso, arrivano proprio da Unicredit logistics: «Il governo punta molto sull’iniziativa in campo per rilanciare il Mediterraneo e i suoi traffici, e sostiene le scelte industriali e strategiche avviate da Unicredit in particolare in Germania e Austria» afferma, come vicepresidente di Unicredit Logistics e consulente di Unicredit, Maurizio Maresca.


Di più non dichiara, ma non serve: il progetto del superporto prevede il raddoppio del molo VII di Trieste e la costruzione di un terminal da 2 milioni di teu a Monfalcone, ma presuppone l’arrivo di navi e treni. Tante navi e tanti treni. Chi può ”dirottarli” sul Friuli Venezia Giulia affinché alimentino i mercati di Austria, Baviera, Europa centro-orientale? La risposta, tutt’altro che scontata, è vitale: ne va della riuscita o meno del progetto Unicredit. Il colosso bancario, non a caso, ha avviato i contatti con Maersk perché può portare le sue navi, ma anche perché vanta una sua impresa ferroviaria ”all’altezza”.


Al contempo, però, Unicredit ha puntato anche su Db Schenker, quella che controlla da un anno la divisione merci di Ferrovie Nord, perché ha tutte le potenzialità per alimentare un superporto da 3 milioni di teu e riempire la ”Pontebbana” di treni. Operazione non semplice, nemmeno politicamente, perché aprirebbe di fatto il mercato ferroviario italiano agli ”stranieri”: «Ma ci sarebbe il pieno coinvolgimento delle Ferrovie italiane» assicurano, sin d’ora, i supporter. Al contempo, però, operazione molto suggestiva: Unicredit e le ferrovie tedesche, alleandosi, potrebbero ad esempio costruire in tandem il terminal di Monfalcone e uno dei due previsti a Monaco di Baviera.


GLI AUSTRIACI
Che succede, però, se l’operazione con Db Schenker non va in porto? Se le ferrovie tedesche, magari, consolidano la presenza a Capodistria? Unicredit, non volendo lasciare nulla d’intentato, ha già prospettato una soluzione viennese: certo, le ferrovie austriache non sono ”potenti” come quelle tedesche, ma occupano una posizione strategica. E possono costituire una risposta valida.


I VENETI
A muoversi, però, non è solo Unicredit. Mentre governo e Friuli Venezia Giulia devono appena mettersi d’accordo e creare le condizioni per il superporto di Trieste e Monfalcone, l’autorità portuale di Venezia, con il presidente Paolo Costa, presenta un maxi-progetto da 2 miliardi di euro, lancia un mega-terminal, cerca investitori e consensi. Proprio lunedì, a Venezia, organizza il ”port day”: una sorta d’apertura dell’anno portuale. E in prima fila sono attesi il neo-governatore Luca Zaia e il neo-sindaco Pierre Orsoni: sposeranno il progetto di Costa? E, magari, guarderanno a Unicredit che ha già manifestato la sua attenzione per il progetto veneto?


GLI SLOVENI
Nemmeno Capodistria sta ferma. Le ferrovie tedesche ne sono consapevoli e non disdegnano affatto l’ipotesi di sbarcare in Luka Koper, la società di gestione del porto. Ma come ignorare che Unicredit - al pari di Banca Intesa che, a sua volta, potrebbe ”entrare” nell’operazione - è presente, oltre che in Germania, anche a Lubiana? «Allo stato non mi risultano trattative con gli sloveni» ribatte, pronto, Maresca. Non nega, però, che Unicredit Logistics «sostiene tutti i progetti di promozione e rilancio della logistica» e «sta attualmente esaminando sia il progetto dell’Autorità portuale di Venezia che alcune ipotesi di connessione porto-retroporto nell’area alessandrina».


Subito dopo, però, lo stesso Maresca ribadisce che la priorità va a Trieste e Monfalcone: «La Regione è molto favorevole al progetto. E sono certo che darà un appoggio decisivo anche nelle relazioni con la Baviera e con il Centro-europa. Questa, d’altronde, è l’ultima occasione per rilanciare i traffici mediterranei e dare un senso alla funzione internazionale del porto di Trieste prevista dal trattato del ’47». Basterà a vincere le titubanze e resistenze più o meno palesi?


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