Supermercato e parcheggio all’ex Maddalena fra 9 mesi
TRIESTE Reduce dal positivo esordio del monomarca Obi che in strada della Rosandra ha rivoluzionato i connotati dell’ex concessionaria Dino Conti, Francesco Fracasso, l’imprenditore veneto fondatore della miranese Cervet specializzata in “rigenerazioni urbane”, vuole vincere una scommessa ancor più ardua: ridare redditività economica all’ex Maddalena, uno dei più clamorosi buchi (nella doppia accezione metaforica e letterale) dell’edilizia triestina contemporanea.
Spiega i prossimi passaggi “risanatori” insieme a Adriano Tolomei, amministratore delegato della controllata Htm Nordest, incaricata di venire a capo della voragine in via dell’Istria, davanti al Burlo Garofolo. «Abbiamo provveduto alla bonifica e abbiamo messo in sicurezza l’area, dopo la Barcolana entreranno finalmente in azione le gru», dice Fracasso. L’obiettivo è chiaro: aprire un Eurospar e un parcheggio “a raso” nel giugno 2020, cioè in nove mesi di lavori.
Ma questa è solo la prima parte dell’operazione ex Maddalena, la parte cosiddetta “a valle”, verso via dell’Istria. Perché a seguire scatterà la seconda tranche di costruzioni stavolta “a monte”, ossia verso via Costalunga: si tratterà di un intervento mixato tra commerciale e direzionale.
Come già anticipato, è probabile che gli uffici interessino al Burlo Garofolo.
Fracasso è l’emblema di quell’imprenditoria veneta che ha visto a Trieste buone opportunità di business nel settore edile-immobiliare. Cervet, insieme alle controllate, ha già tre operazioni all’attivo nel giro di quattro anni: Obi all’ex Conti (18 milioni), CenterCasa in corso Saba al posto di Universaltecnica (7,5 milioni), l’ex Maddalena (30 milioni). Sull’ex Maddalena Fracasso è intervenuto tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, dopo che i soci di General Giulia 2 (Riccesi-Cogg, Cividin, palazzo Ralli, Carena, Platon) avevano chiesto il concordato preventivo, ma soprattutto avevano deliberato un aumento di capitale proprio per agevolare l’ingresso del “cavaliere bianco”. Nell’aprile 2018 Fracasso aveva poi ufficializzato l’impegno che, in termini finanziari, ha richiesto un’iniezione di 7,2 milioni tra ricapitalizzazione, parziale ristoro dei creditori, riapertura del cantiere. L’imprenditore veneto, che con Cervet ha recuperato 150 aree dismesse rilanciandole come spazi commerciali, ha cambiato il progetto di General Giulia 2, eliminando il residenziale e concentrandosi su commerciale, parking, uffici.
Ma Fracasso non ha dimenticato il primo motivo che lo spinse a Trieste, Porto vecchio, quando sembrava che Maltauro e de Eccher fossero in grado di inaugurare una nuova stagione in quell’area. Allora non se ne fece niente. Ma ha in serbo due novità, su cui ancora mantiene il riserbo, per un investimento complessivo pari a 40 milioni. –
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