Superlavoro al drive-in Covid di Gorizia. La fila supera via Terza Armata

Un po’ per l’effetto lunedì e un po’ l’inosservanza degli orari degli appuntamenti la struttura del parco Basaglia è stata sottoposta a un vero e proprio stress-test
La coda di automobili in coda ieri mattina al drive-in del parco Basaglia (Foto Bumbaca)
La coda di automobili in coda ieri mattina al drive-in del parco Basaglia (Foto Bumbaca)

GORIZIA Quella di lunedì 16 novembre è stata una mattinata campale, forse la più affollata e difficile dall’inizio dell’emergenza sanitaria. I numeri, dopo tutto, sono in costante crescita ovunque. E la pioggia non ha aiutato a rendere la situazione migliore. Ieri il drive-in Covid allestito dall’Azienda sanitaria al parco Basaglia è stato letteralmente preso d’assalto già dalle prime ore della giornata. Anche chi è arrivato presto, prima dell’orario di inizio dei tamponi, si è trovato a doversi mettere pazientemente in coda e attendere oltre un’ora prima di poter effettuare il test. La fila di automobili si è allungata in modo rapido in via Vittorio Veneto ed è arrivata oltre l’incrocio con le vie Terza Armata e Scuola Agraria, tanto che per gestire la viabilità c’è stato bisogno delle forze dell’ordine. E, accanto alle condizioni meteorologiche, non hanno aiutato a risolvere la criticità i veicoli lasciati in sosta vietata da chi - nonostante la pioggia a tratti intensa -, per tentare di accorciare i tempi, ha deciso di scendere dalla propria macchina per raggiungere a piedi l’area tamponi attraverso il percorso pedonale.

Dalla tenda alle corsie per le automobili e viceversa, sotto l’ombrello e tra le pozzanghere: è stato un via vai continuo e inesorabile per il personale dell’azienda sanitaria che ha fatto l’impossibile per smaltire nel modo più rapido la mole di lavoro che si è accumulato e, infatti, poco dopo le 11 la situazione è tornata alla normalità. A metà mattina la coda di veicoli si era ridotta a poche unità ed era contenuta all’interno dello stesso parco Basaglia. Verso mezzogiorno, poi, con un unico veicolo presente sotto la tettoia, la fila era praticamente azzerata.

«Cinque minuti prima dell’inizio dei tamponi, la coda superava già l’incrocio di via Filzi, la strada che porta al Pacassi», ricorda una delle persone che ieri hanno dovuto effettuare il test. Per lei l’attesa è durata oltre un’ora, ma non ne fa una tragedia. «L’organizzazione non manca - nota -. Una volta che entri nell’area del parco Basaglia viene una persona a chiederti la tessera sanitaria e il motivo del tampone. Va verso la tenda, ti registra, torna e, insieme alla tessera, ti consegna gli adesivi identificativi che poi verranno attaccati al campione da analizzare. Sotto il porticato riescono a gestire due macchine alla volta. Eseguito il tampone, consegni l’adesivo che ti identifica e te ne vai. È tutto relativamente veloce, ma se c’è tanta gente tutta insieme, alla fine succede quello che è successo stamattina (ieri mattina, ndr). È inevitabile».

Un po’ l’effetto lunedì e un po’ la non osservanza degli orari indicati ai pazienti per presentarsi al drive-in di via Vittorio Veneto: sono questi i principali motivi che hanno portato ieri a un vero e proprio stress-test la struttura sanitaria del parco Basaglia che, però, ha retto all’urto e ha smaltito le code in tempi tutto sommato ragionevoli. In altre zone d’Italia, va ricordato, le file hanno raggiunto anche le 12 ore. La situazione a Gorizia è dunque decisamente migliore che altrove e - in linea teorica - dovrebbe migliorare ulteriormente una volta che il centro tamponi verrà raddoppiato con il punto prelievi che dovrebbe essere attivato nell’area dell’ex ospedale di Cormons

La creazione di un secondo centro tamponi nell’Alto Isontino era stato annunciato nei giorni scorsi quando l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano isontina aveva convertito l’Rsa collinare in reparto Covid destinato a pazienti asintomatici e poco sintomatici. «La volontà c’è e rimane», assicura il sindaco di Cormons Roberto Felcaro che però non si sbilancia oltre. In merito anche lui è in attesa di avere ulteriori dettagli da parte di Asugi. Il nodo è quello del personale da destinare all’attività di prelievo. —

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