Superfestivi, i colossi della spesa sfidano la Regione Fvg
MONFALCONE. L’assenza di deroghe e lo spettro delle supermulte non hanno comunque fatto abbassare ieri le serrande ad alcuni supermercati, in particolare di quelli a proprietà Bennet e Aspiag Service, che gestisce i marchi Eurospar e Despar, nelle città non turistiche del Fvg. Da Udine a Pordenone, passando per Monfalcone e Ronchi dei Legionari. A Pasquetta, a tenere aperti in barba alla legge, sono stati i Bennet di Sacile, Pradamano e Ronchi, l’Interspar e la Pam di Pordenone, l’Eurospar di Pradamano, il Carrefour di Tavagnacco (Città Fiera), i due Eurospar e il Panorama di Udine e 14 Despar in varie località. Rispetto al primo novembre scorso, quando i “trasgressori” erano stati più numerosi, hanno deciso per il rispetto della legge regionale alcune catene importanti tra cui Lidl - con l’eccezione di Monfalcone, come si può leggere più sotto - ed Eurospin (che ha deciso di abbassare le serrande in tutti i punti vendita, anche a Trieste, città turistica che non rientra nel novero delle chiusure obbligatorie imposte dalla legge regionale).
A Monfalcone la scelta di Aspiag (che ha tenuto aperto il punto vendita Eurospar di Monfalcone, in via Rossini, che sarà aperto anche il 25 aprile, altra giornata di chiusura “comandata” dalla legge regionale numero 4 del 2016) è stata seguita appunto da Lidl, con l’apertura solo mattutina del punto vendita di via Boito (la Strada regionale 14), dove, invece, non si sono accese le luci del supermercato IperSimply né di quello di Coop Alleanza 3.0, che non ha fatto eccezioni nemmeno con il suo negozio in pieno centro città. Chiuso anche il centro commerciale Belforte di via Pocar, come il più grande Tiare a Villesse. In mattinata tutti i supermercati della città dei cantieri, dov’erano esentati solo i punti vendita di Marina Julia, classificata come località turistica, sono stati controllati dalla polizia municipale, come già avvenuto in occasione delle precedenti giornate di chiusura stabilite dalla normativa regionale. «Gli agenti hanno constatato la violazione da parte di Eurospar e Lidl, compilando i relativi verbali», ha affermato ieri l’assessore al Commercio Luca Fasan. Le sanzioni, salate, quindi arriveranno per i due punti vendita, che però - soprattutto ieri mattina - sono stati invasi dalla clientela. «Ci potrebbe essere un’inversione di rotta solo se venisse disposta la chiusura per alcune giornate, perché multe di questo importo si pagano», ha commentato ieri una commessa monfalconese.
Anche a Ronchi dei Legionari è stato messo in atto il controllo sulle aperture festive o, meglio, sull’obbligo di chiusura degli esercizi commerciali della grande distribuzione presenti nella cittadina. In campo il personale del Servizio commercio e licenze del Comune e i carabinieri della locale stazione che hanno “visitato” i diversi supermercati che fanno parte delle grandi catene. E a essere stato “pizzicato” con le saracinesche aperte e, va detto, anche con un gran numero di clienti tra gli scaffali e alle casse, è stato l’ipermercato Bennet di via Pietro Micca. Un controllo non certo difficile, reso tale anche dalla comunicazione che la società aveva fatto nei giorni scorsi sulla rete, avvisando la clientela che, nella giornata di Pasquetta, l’ipermercato sarebbe stato regolarmente aperto dalle 9 alle 20. Proprio come succede nelle altre giornate.
Appurata l’apertura e acquisite le regolamentari pezze di appoggio, oggi si passerà alle vie di fatto. Alla proprietà del Bennet, presente a Ronchi ormai da una decina d’anni, sarà notificato un verbale proprio per non aver ottemperato alla chiusura obbligatoria. La sanzione minima, essendo questo un esercizio commerciale la cui metratura va dai 1.500 ai cinquemila metri quadrati, è di 10mila euro e sarà proprio il Servizio commercio del Comune a notificarla, acquisendo anche la documentazione redatta ieri dai militari dell’Arma. Una tegola sulla testa non da poco conto, anche se, a dir il vero, la grande affluenza registrata ieri potrebbe apparire come una goccia nell’oceano degli introiti ricavati dall’apertura festiva. A poco sono valsi quindi a Ronchi gli appelli del parrocco don Renzo Boscarol contro le aperture domenicali, mettendo in luce come ricerche e studi sul piano culturale e umano abbiano testimoniato che l’eliminazione della festa come tale, l’aggravamento dell’orario di lavoro e l’allontanamento delle madri e dei padri dalle famiglie, in particolare il sabato e la domenica, non rappresentino un elemento di crescita collettiva.
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