Supercomune al debutto senza sede né personale

A tre giorni dalla partenza ufficiale dell’Uti giuliana si attende ancora l’arrivo degli ex dipendenti provinciali. Marzi: «Non abbiamo nemmeno un addetto»
Di Fabio Dorigo
Lasorte Trieste 07/04/06 - Palazzo della Provincia
Lasorte Trieste 07/04/06 - Palazzo della Provincia

La prova dell’esistenza dell’Uti Giuliana Julijska? Neppure l’ontologia serve a molto in questo mondo. L’ente di secondo grado nato dalla soppressione della Provincia di Trieste (sulla cui nascita pure si nutrono seri dubbi) non ha una sede e neppure un usciere. Praticamente è senza fissa dimora. L’Unione territoriale intercomunale giuliana è una scatola vuota: non ha nessuno a libro paga e neppure un indirizzo a cui rivolgersi. Nessuno sa dove stia di casa. Un paio di volte ci si è riuniti nel Municipio di Trieste.

Ma non esiste neppure a livello virtuale. Il sito internet è in corso di aggiornamento. Vuoto. Una pagina in bianco. Si apprende che ne fanno parte solo due Comuni: Trieste e Sgonico. In realtà ci sono anche Muggia, Duino Aurisina, San Dorligo e Monrupino. «A tutti gli effetti è operativa dal primo gennaio. In realtà esiste già da prima ma senza poteri. Con il primo gennaio sono partite alcune funzioni obbligatorie», spiega Laura Marzi, sindaco di Muggia nonchè vicepresidente dell’Uti Giuliana (il presidente è il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza). Ma il personale? «Non c’è personale. Stiamo ancora aspettando i trasferimenti dalla Provincia promessi dalla Regione» spiega Marzi.

Dal primo gennaio le funzioni esercitate direttamente dall’Uti sono minine: la programmazione e pianificazione territoriale a livello sovracomunale e la pianificazione di Protezione civile. In forma associata vengono gestiti i servizi finanziari contabili e controllo di gestione, le procedure, la statistica, il catasto, i servizi informativi e i servizi sociali. «Tutte funzioni per le quali l’Uti può avvalersi dei singoli Comuni. I Comuni si avvalgono dell’Uti e l’Uti si avvale dei singoli Comuni - spiega il sindaco di Muggia -. Di fatto non cambia sostanzialmente nulla. Ognuno opere con il proprio personale». Un circolo vizioso. Una riforma gattopardesca: si cambia tutto perché tutto resti come prima. Per questo non serve il personale. I Comune associati si offrono all’Uti come agenzie di lavoro interinale.

Le premesse iniziali erano diverse. Il primo stato dell’Uti Giuliana prevedeva dal primo gennaio 2017 l’esercizio delle funzioni comunale: “gestione del personale e della formazione, attività produttive, ivi compreso lo sportello unico, polizia locale e polizia amministrativa locale”. Tutte funzioni stralciate. L’ultima modifiche della legge regionale ha ridimensionato tutto. «In questo momento servirebbe un minimo di personale di segreteria e per coordinare alcune funzioni come il coordinamento della pianificazione territoriale e protezione civile», aggiunge la vicepresidente Marzi. Non esiste però al momento alcuna pianta organica dell’Uti giuliana come non c’è neppure una sede. «Non è chiaro. All’Uti dovrebbe passare le due sedi della Provincia di Trieste, quella di piazza Vittorio Veneto (Palazzo Galatti, ndr) e quella di via Sant’Anastasio - spiega Marzi -. Stavano nella delibere del passaggio delle scuole, ma poi è stato tutto congelato dopo che Trieste ha sollevato dei problemi sugli edifici scolastici. Nulla di definito». In questo momento l’Uti Giuliana non ha in carico nessun bene immobile. Ha ricevuto in dono una serie di beni mobili, computer, arredi vari e materiali di cancelleria (tra cui due cucitrici e cestini di plastica).

Una partenza, insomma, più nominale che reale. «Non so come faremmo a predisporre alla fine un bilancio dell’Uti. Inoltre sono in arrivo alcuni trasferimenti regionali che poi l’Uti dovrà ridistribuire ai Comuni. In questa fase, insomma sarà Trieste con il suo personale, che è il più numeroso, a tamponare queste falle», spiega Marzi. «La situazione è un po’ confusa. Speriamo che la Regione faccia chiarezza e intervenga passandoci del personale delle Province come era stata promesso», spiega la vicepresidente dell’Uti Giuliana che spera in un incontro dopo la Befana. Nell’attesa ci si dovrà arrangiare.

Entro il 24 agosto 2017, inoltre, il supercomune, stando allo statuto originario, dovrà «individuare il proprio stemma e il proprio gonfalone». «Questo è proprio l’ultimo dei problemi», sorride Marzi. Prima bisogna capire se l’Uti Giuliana Julijska c’è o ci fa.

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