Super-magazzino per Pasta Zara
Una enorme struttura in tubi color azzurro sta sorgendo nell’area di Pasta Zara, nella zona industriale delle Noghere, a Muggia. «Si tratta - spiega il presidente Furio Bragagnolo - di un magazzino autoportante da 66 mila posti pallet, completamente automatizzato. Come avrà notato, all’interno non ci sono rampe per l’accesso: i pallet saranno direttamente depositati nei singoli alveoli e richiamati automaticamente col carrellino per la spedizione. Così supereremo il concetto di magazziniere addetto allo stoccaggio col muletto, secondo la vecchia logica una macchina-una persona. Entro il 2018 assumeremo trentacinque persone, altamente specializzate, che dovranno intendersi di logistica interna, sistemi di magazzino, informatica per gestire il tutto».
Insomma, un impianto all’avanguardia. Ed enorme, se si pensa che il gemello dello stabilimento di Riese Pio X contiene appena 25 mila posti pallet.
La nuova struttura si inserisce in un progetto ben più vasto, confortato dai dati economici dell’azienda. «Uno sviluppo a 360 gradi - conferma Bragagnolo - reso necessario anche dalla crescita del fatturato, che da gennaio a oggi ha segnato già un incremento del 4 per cento. Diciamo che il costo globale dell’investimento, fra magazzino, carrelli nuovi per la logistica interna e la nuova linea di produzione per la pasta corta che inizieremo a realizzare il prossimo mese di settembre - e sarà lo stabilimento più grande del mondo - si aggira sui cinquantadue milioni di euro». E proprio ieri lo Bragagnolo ha ricevuto la visita in stabilimento del presidente Fvg Serracchiani e il vice Bolzonello. Serracchiani ha garantito che la Regione accompagnerà lo sviluppo dell’azienda con le sue partecipate Finest e Friulia (peraltro già coinvolta storicamente nell’insediamento dell’impianto muggesano). Una volta usciti dal futuristico magazzino, i pallet di pasta “made in Muggia” prenderanno le strade più disparate: oggi il marchio Zara arriva in 106 Paesi (anche col marchio Pagani e le “private label” della grande distribuzione internazionale). E se il 51 per cento dell’export riguarda la Comunità europea (e il 14 % il resto dell’Europa), un altro 12% arriva nei Paesi scandinavi, il 10% in Medio Oriente, il 5% il Far East, il 4% l’Africa, il 3% l’America e infine l’1% l’Australia e Oceania. Non a caso recentemente Pasta Zara ha aperto un ufficio commerciale ad Alessandria d’Egitto per presidiare e sviluppare i mercati del Nord Africa e del Medio Oriente. Un altro fiore all’occhiello della famiglia Bragagnolo è l’impatto ambientale. Da qualche anno Pasta Zara ha convertito su rotaia il ripetuto viaggio che la semola di grano duro affronta dal Sud Italia agli stabilimenti di Riese Pio X, Muggia e Rovato. Il trasporto, fino a qualche anno fa, avveniva via gomma, adesso il sistema si è evoluto raggiungendo l’ottimizzazione con tre terminali: Trieste, Padova e Brescia. Solo il percorso Giovinazzo-Trieste e ritorno (dati Legambiente) toglie alla dorsale adriatica 3.200 camion all’anno: come impiantare 649 ettari di bosco, 325 mila alberi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo