Summit tra Authority e Arvedi a Trieste: in ballo il destino della Ferriera

Incontro giovedì tra il presidente del Porto D’Agostino e il magnate dell’acciaio. Sul tavolo il possibile avvio di una trattativa per la vendita dell’area siderurgica
Lasorte Trieste 11/02/16 - Ferriera di Servola, Arvedi
Lasorte Trieste 11/02/16 - Ferriera di Servola, Arvedi

TRIESTE L’Autorità portuale scende in campo nella partita della Ferriera e si propone per offrire una cabina di regia che possa condurre alla cessione parziale o totale dell’area in uso a Siderurgica Triestina. Il presidente Zeno D’Agostino e l’imprenditore Giovanni Arvedi si incontreranno giovedì per confrontarsi sul futuro dello stabilimento di Servola. Sui contenuti del faccia a faccia vige il più assoluto riserbo, ma è facile ipotizzare che D’Agostino metterà sul tavolo del Cavaliere la disponibilità dell’Autorità portuale a farsi mediatrice nelle possibili trattative fra azienda e gruppi privati interessati all’area. Una prospettiva divenuta concreta, dopo l’emergere dell’interesse del colosso asiatico China Merchants a entrare nella compagine azionaria della Piattaforma logistica con un’operazione che potrebbe concludersi già entro l’anno.

Il presidente dell’Authority domanderà al magnate dell’acciaio quali sono le condizioni ritenute indispensabili per valutare la vendita dell’area: e dunque se esiste un interesse a trattare e a partire da quale somma. Arvedi è un osso duro e conosce alla perfezione il modo di alzare la posta: non a caso Siderurgica Triestina ripete pubblicamente in ogni occasione di voler scrivere un nuovo Accordo di programma, essendo prossimo alla scadenza quello attuale. D’Agostino non ha a sua volta mai fatto misero di considerare la zona strategica per lo sviluppo della logistica a prescindere dall’arrivo di capitali stranieri, tanto più che già esiste un piano per ricavare sui terreni oggi occupati dall’area a caldo uno snodo ferroviario di ultima generazione, in grado di consentire la creazione di convogli da 750 metri.

Dalle parti di via von Bruck ritengono che i tempi per il cambio di passo siano maturi. L’arrivo di investitori stranieri, l’Accordo di programma agli sgoccioli, il varo del Porto franco rappresentano per D’Agostino elementi su cui costruire alternative alla produzione di ghisa. Nel suo ruolo di soggetto pubblico neutrale, l’Autorità intende tuttavia legare a ogni progetto futuro la salvaguardia dei lavoratori. Si tratta del punto più delicato ed è per questo che il Porto intende giocare la sua funzione di facilitatore, chiedendo alla struttura commissariale di avviare nei prossimi mesi una mappatura completa della manodopera dello stabilimento: numero di persone, mansioni, professionalità, stipendi, distanza dal pensionamento e dunque possibilità di valutare alcuni scivoli. Un passo necessario per capire quali e quanti lavoratori potranno essere utilizzati nel resto delle operazioni logistiche e manifatturiere legate allo scalo in caso di effettiva chiusura dello stabilimento. —


 

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