Summit in archivio, tra Macron e Gentiloni duello sui migranti

Botta e risposta al vertice di Trieste con Merkel: «Fatto poco per i profughi economici, ma non cedo». «Progressi non sufficienti» Sulla Palinuro la trilaterale si è conclusa con l’impegno di accelerare sull’accoglienza. La cancelliera: «L’Italia è stata eccezionale»
German Chancellor Angela Merkel (R), French President Emmanuel Macron (L) and Italian Prime Minister Paolo Gentiloni aboard the Italian Navy school ship 'Goletta Palinuro' on the sidelines of the Western Balkans summit in Trieste, Italy, 12 July 2017. The Summit on the Western Balkan countries in Trieste on 12 July is organised by various institutions in cooperation with the Italian Ministry of Foreign Affairs, gathering European experts to reflect on the challenges facing the European Union (EU) and its enlargement towards the Western Balkans. ANSA/ ANDRE LA SORTE
German Chancellor Angela Merkel (R), French President Emmanuel Macron (L) and Italian Prime Minister Paolo Gentiloni aboard the Italian Navy school ship 'Goletta Palinuro' on the sidelines of the Western Balkans summit in Trieste, Italy, 12 July 2017. The Summit on the Western Balkan countries in Trieste on 12 July is organised by various institutions in cooperation with the Italian Ministry of Foreign Affairs, gathering European experts to reflect on the challenges facing the European Union (EU) and its enlargement towards the Western Balkans. ANSA/ ANDRE LA SORTE

TRIESTE. Italia, Francia e Germania ripartono dall’accordo sulla nave Palinuro. I leader dei tre Stati fondatori dell’Unione europea, Paolo Gentiloni per l’Italia, Angela Merkel per la Germania ed Emmanuel Macron per la Francia hanno deciso di rispondere con una nuova rifondazione della solidarietà europea per cercare di arginare la crisi continentale dell’immigrazione. Lo hanno fatto dopo un incontro durato 40 minuti a bordo della nave scuola per sottufficiali della Marina militare italiana ormeggiata davanti a piazza dell’Unità d’Italia a Trieste in occasione del summit sui Balcani occidentali.

 

 



Anche se arrivato con mezz’ora di ritardo all’incontro trilaterale - teutonica la Merkel che spacca il minuto, in anticipo il padrone di casa Gentiloni - l’auto da fé del presidente francese conferma che qualche cosa sta cambiando. «Voglio esprimere la mia solidarietà nei confronti dell’Italia - afferma Macron - la Francia sul tema dei rifugiati non ha sempre svolto il suo ruolo».

 

 

 

«Stiamo riaccelerando il ricollocamento - continua il presidente francese - e continueremo a farlo. Ci assumeremo la nostra responsabilità, però noi confondiamo il tema dei profughi politici con quello dei migranti economici, che non hanno nulla a che vedere.

 

 

Per chi chiede asilo c'è un dovere di umanità, ma non possiamo accogliere chi cerca di venire a vivere nei nostri Paesi per ragioni economiche. Sono due realtà profondamente differenti e non ci sono gli stessi doveri sul piano morale».

 



E se Macron chiama, Parigi risponde. Umanità e fermezza, infatti, è lo spirito del nuovo piano per rispondere all’emergenza migranti che è stato presentato ieri in consiglio dei ministri nella capitale francese. Lo spirito dei nuovi provvedimenti concepiti dal ministro dell’Interno, Gérard Collomb, poggia su due pilastri: procedure più rapide per l’asilo, ma massima fermezza nel rimpatrio di quei cosiddetti “migranti economici” che non hanno i requisiti per restare in Francia.

 



Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni riceve l’assist del presidente francese ma rilancia. «La distinzione che fa Macron è legittima - sostiene - è la legge, sono le regole. Anche noi diciamo che i rifugiati e i migranti economici non sono un fenomeno che ha le stesse caratteristiche ma diciamo che non si può ignorare la realtà delle grandi migrazioni» provocate non solo da guerre. E aggiunge: «Sulla politica migratoria sono stati fatti dei progressi, ma non sono ancora sufficienti».

 

 

«L’Ue - precisa Gentiloni - deve avere una visione e un punto di vista comune in un contesto internazionale come quello odierno, in cui alla crescita economica promettente si associano femoneni di tensione, difficoltà nelle relazioni commerciali internazionali, oltre alle incomprensioni sul piano geopolitico».

 

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La trilaterale, ha detto ancora Gentiloni, è stata «occasione per uno scambio di vedute per confermare la necessità di un’Ue più coesa e più forte».

Quasi evangelica la cancelliera Merkel: «L’Italia ha fatto cose eccezionali per quanto riguarda i migranti», siamo «solidali» e siamo «d’accordo che dobbiamo combattere le cause dell’immigrazione», spiega, elogiando l’Italia, la sua attività di «registrazione e identificazione» dei migranti. La cancelliera punto il dito contro i trafficanti di uomini che vanno fermati, così come va stabilizzata la Libia assieme a un forte impegno nel rilancio economico dei Paesi sub sahariani per fermare all’origine le casue dell’esodo. E al termine della trilaterale Macron rilancia su Twitter: «La Francia non ha sempre fatto la sua parte sui rifugiati. Ora acceleriamo: efficacia e umanità».

 



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