Summer Institute a Trieste, patto tra le istituzioni. Pressing su Conte per lanciare il progetto
TRIESTE È stata siglata ieri, nella sede della Regione, dal presidente Massimiliano Fedriga, dal sindaco Roberto Dipiazza e dal professor Stefano Fantoni la lettera d’intenti indirizzata al Governo in cui si chiede il sostegno per la fondazione a Trieste del North Adriatic Summer Institute (Nasi), il primo al mondo dedicato alla scienza della sostenibilità.
Grazie a questo endorsement territoriale si fa sempre più concreto il sogno dell’ex champion di Esof2020, che proprio in chiusura della kermesse scientifica che ha animato Porto Vecchio la scorsa estate aveva lanciato ufficialmente l’ambizioso progetto, con l’obiettivo di dare un seguito ai cinque giorni dell’EuroScience Open Forum, illustrandone i contenuti alle autorità allora presenti, dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli al ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi, fino al premier Giuseppe Conte.
Per Fantoni l’idea è quella di dare vita, attraverso la Fondazione Internazionale Trieste per il progresso e la libertà delle scienze, a un istituto sul modello di quello di Santa Barbara, in California, in grado di attrarre qui i maggiori esperti mondiali sui temi legati alla sostenibilità, per lo svolgimento di seminari residenziali estivi con un’alta valenza scientifica, in un luogo fortemente attrattivo non solo per la concentrazione di enti di ricerca, ma anche per la sua bellezza dal punto di vista paesaggistico.
«Il Nasi – si legge nella lettera d’intenti – è un istituto di ricerca indipendente, di natura pubblico-privata, senza scopo di lucro, situato a Trieste e dedicato allo studio e alla promozione multidisciplinare dei principi fondamentali della Scienza della Sostenibilità e delle sue applicazioni nei sistemi fisici, computazionali, biologici e sociali. Opera principalmente, ma non solo, come un Summer Institute, cioè proponendo annualmente momenti di confronto e studio tra personalità internazionali di grande rilevanza nella forma di 3-4 seminari residenziali all’anno della durata di alcune settimane. I seminari coinvolgono esperti di diversi settori di rinomanza internazionale e sono dedicati ognuno a un tema specifico. Proposte di formazione e ricerca deriveranno da questo nucleo fondante di attività». La sede dell’Istituto, che per Fantoni intende rappresentare un’area che include il Triveneto e i Paesi del Centro e dell’Est Europa, sarà in Porto Vecchio: «Come quartier generale manterremmo la sottostazione elettrica, con la possibilità di organizzare meeting e conferenze nel nuovo Centro Congressi e non solo – racconta Fantoni –. Qui non ci sono problemi di spazio, piuttosto serve la presenza di persone e attività. È positivo che la Regione abbia deciso di portare qui la sede dei propri assessorati e speriamo che anche l’Università vorrà trasferire qui qualche sua attività. Serviranno inoltre strutture di carattere alberghiero o foresterie, per far diventare Porto Vecchio un autentico Campus».
Grazie al Nasi Porto Vecchio potrebbe trasformarsi da porto delle merci a porto delle idee e costituire il tassello di partenza della Trieste Valley: «Questo istituto – conclude Fantoni – farà da volano all’insediamento di imprese innovative: servono luoghi dove le idee possano nascere e prosperare. L’innovazione non nasce durante i congressi, ma nelle pause caffè: vogliamo creare i presupposti per far dialogare le menti migliori attorno a un tavolo, e quanto a cibi e bevande possiamo fare molto meglio di Santa Barbara». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo