Sulla centrale A2A non si placa lo scontro
L’Autorizzazione integrata ambientale prolungata fino al 2025 per legge dal ministero (carbone compreso, quindi) alla centrale A2A rischia di diventare una mina politica. Anzi, lo è già diventata. Non a caso l’assessore provinciale di Gorizia, Antonella Gironcoli (sponda Italia dei valori in una giunta di centrosinistra), nel ricostruire sulla propria pagina facebook la “storia” della centrale scrive: «I signori dell’A2A ben sapevano che con i denitrificatori Denox avevano il prolungamento dell’Aia e si presume che anche la presidente della Regione, Debora Seracchiani, nonché vicesegretaria del partito di governo, ne fosse edotta».
Un attacco alla Regione governata dal centrosinistra, come del resto la Provincia e anche il Comune di Monfalcone. Segno che sulla tematica ambientale, anche sul piano politico, si gioca una partita importante. Gironcoli fa parte della stessa area dell’ex assessore all’Ambiente monfalconese Gualtiero Pin silurato dal sindaco Silvia Altran per la posizione anti-SmartGas. Ora Pin più che all’Italia dei valori è vicino ai grillini, anzi si è iscritto a uno dei gruppi Cinque stelle locali, e non ci sta a essere additato dal Partito democratico che, nella bufera politica sull’Aia raddoppiata alla centrale, l’ha chiamato direttamente in causa.
«Quando si è assessori comunali si amministra nel territorio di competenza la propria delega e l'amministrazione ha il compito di vigilare affinché vengano applicate le leggi dello stato», dice Pin. E aggiunge: «I Denox entro il 2016, nel rispetto dei limiti di legge previsti per le emissioni, sono stati installati - sottolinea - per legge e non per volere dell’ex assessore Pin, che in qualità di amministratore protempore, richiamava l’azienda A2A al rispetto della legge e dei suoi documenti procedurali». Ma a questo, in chiave politica, Pin «conscio dell’impatto ambientale della centrale elettrica a carbone nel nostro territorio», ha affiancato «la proposta della Valutazione di impatto sanitario per Monfalcone e la riconversione del sito della centrale termoelettrica A2A a parco tecnologico per la bonifica dei siti industriali inquinati, oppure appoggiando la delibera consiliare contraria all’utilizzo del carbone e di tutte le altre fonti fossili per la produzione di energia. Poi le mie indicazioni di indirizzo politico e ambientale erano talmente divergenti con la compagine politico-amministrativa che sono stato espulso dalla giunta Altran».
Un attacco agli ex compagni di viaggio e anche alla Regione, proprio come Gironcoli, che vede invece il Meetup del Movimento 5 Stelle di Monfalcone “picchiare” duro da Trieste a Roma. «Il tanto decantato tavolo ambientale di ascolto e di relazione con la dirigenza dell’impianto termoelettrico di Monfalcone è fallito. Dobbiamo renderci conto del fallimento di questa amministrazione - scrivono i grillini in una nota - e della sua politica ambientale e pensare a un futuro diverso, vicino ai cittadini per la la loro tutela gravemente compromessa dal Pd che da Roma fino a Monfalcone non è più vicino alla popolazione ma solo ai grandi potentati economici».
«Da cinque anni, sapendo che la resa dei conti sarebbe arrivata, chiedo al sindaco di agire fattivamente per dare un futuro diverso alla sede della centrale», dice l’ex consigliere comunale Anna Cisint di Monfalcone domani. E aggiunge con una serie di interrogativi: «Il decreto legislativo 46 che ha modificato le “regole” per l’ottenimento dell’Aia è del 2014, carissime Vito e Altran, dov’eravate? A cosa “servite” se non conoscete quello che capita e se non sapete nemmeno guardare al domani più vicino? Ma poi sono davvero “cadute dalle nuvole”? L’azienda l’ha nettamente ribadito: “Lo sapevano tutti”. Cadono nel ridicolo “le due” che, dopo aver governato tavoli e incontri, promettendo una Monfalcone senza carbone».
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