Sulla centrale A2A è scontro sulle biomasse
«Chiamare in causa le Bat, ovvero le migliori tecnologie possibili come grimaldello per costringere la proprietà della centrale termoelettrica a rivedere i termini temporali dell’Aia, appare ridicolo e non credibile. Si citano le Bat ma dov’è il progetto esecutivo con gli elaborati grafici di riconversione del sito a centrale chiusa? Progetto che propone il ritorno delle aree alla forma ante 1965 e che viene richiesto dalla normativa vigente in cui si propugnano le migliori tecnologie possibili per l'impianto». Anche dopo la seduta monotematica in Consiglio comunale, con tanto di presenza dell’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito, dedicata alla centrale A2A, non cessano le precisazioni e le prese di posizione da parte dei comitati e delle associazioni contro la stessa centrale e contro il carbone, che chiedono la chiusura dell’impianto.
A insistere sulle Bat è il vicepresidente del Comitato No Rigassificatore (ed ex assessore all’Ambiente) Gualtiero Pin che non vuole che Monfalcone diventi un polo energetico. «Il Polo Energetico Industriale del Lisert appartiene ad una visione obsoleta della città - aggiunge - La centrale termoelettrica di Monfalcone ha fatto il suo tempo non è più compatibile con il futuro del nostro territorio». Tra i temi che preoccupano c’è la trasformazione del gruppo 4 della centrale termoelettrica «a bruciare biomasse combustibili, visto che i rifiuti speciali sono già autorizzati ad essere utilizzati in combustione con il carbone nei gruppi 1 e 2» dice in conclusione Pin. Un tema che torna anche in una nota scritta dell’Associazione ambientalista Eugenio Rosmann. «Riguardo l’ipotesi di combustione di biomasse emersa dopo l’incontro tra la governatrice Serracchiani e i vertici di A2A - dicono - c’è da sottolineare quanto previsto dal nuovo Piano energetico regionale. Ovvero che la Regione per gli obiettivi dello scenario low carbon intende superare l’utilizzo del carbone per la centrale termoelettrica e promuovere per la stessa uno scenario di transizione attraverso l’utilizzo di gar e o fonti energetiche rinnovabili». L’Associazione ambientalista ha già «evidenziato criticamente questo punto nelle osservazioni al piano - spiegano i responsabili - l’assessore Vito avrebbe dovuto chiarire se nelle fonti energetiche rinnovabili previste dal piano per A2A sono comprese le biomasse la cui combustione è sicuramente molto impattante sulla qualità dell’aria».
Chiude il giro di interventi la nota di Meetup Monfalcone 5 Stelle, Amici di Beppe Grillo. «Alla seduta un punto è apparso chiaro, ovvero la proroga dell’esercizio dell’impianto al 2025». Ma al di là delle analisi epidemiologiche sullo stato di salute dei cittadini i grillini denunciano: «Non sono state date le risposte chiare che la popolazione attende ad anni». E visto che nel piano energetico si parla della nuova centrale di Torviscosa «la centrale di Monfalcone con il paventato teleriscaldamento va dismessa dopo 50 anni di permanenza sul territorio».
Riproduzione riservata © Il Piccolo