«Sul Tram di Opicina iter ritardato da Comune e Tt»

L’accusa della soprintendente Picchione: «Vincolo monumentale dal 2008. Non è stata seguita la corretta procedura»
Di Silvio Maranzana
Foto BRUNI TRieste 07.09.12 Dott.ssa Maria Giulia PICCHIONE-Sovr.Beni Culturali
Foto BRUNI TRieste 07.09.12 Dott.ssa Maria Giulia PICCHIONE-Sovr.Beni Culturali

Il rallentamento dell’iter per la rimessa in funzione del tram di Opicina «è dovuto esclusivamente alla non corretta procedura seguita dalla Trieste trasporti e dal Comune di Trieste». Lo sottolinea in una lettera il soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici Maria Giulia Picchione dopo che i suoi uffici avevano rispedito al mittente la richiesta da parte dell’amministrazione comunale di parere paesaggistico relativamente all sostituzione dei binari rilevando che la trenovia non è sottoposta a vincolo paesaggistico, bensì a vincolo monumentale. «Allora cambiano le documentazioni e cambia la tempistica - ha commentato due settimane fa l’assessore comunale ai Lavori pubblici Andrea Dapretto - Chi ha fatto richiesta deve aspettare e non può procedere con i lavori». «Ma il vincolo monumentale non è piovuto all’improvviso, ma risale a oltre cinque anni fa - replica ora Picchione - è stato infatti avviato in data 15 maggio 2008 con comunicazione di “avvio del procedimento” al Comune di Trieste e non essendo pervenute osservazioni, il 12 settembre 2008 l’allora direttore regionale Roberto Di Paola ha decretato il definitivo vincolo. Ne consegue - deduce la soprintendente - che il Comune di Trieste è perfettamente a conoscenza del vincolo gravante sull’intera tramvia Trieste-Opicina».

Poi Maria Giulia Picchione fa anche la cronistoria della pratica. Il 15 ottobre 2013 è giunta alla Soprintendenza da parte del Comune la pratica di autorizzazione paesaggistica riguardo ai lavori da farsi sulla trenovia con il parere della competente Commissione comunale. La Soprintendenza però non ha potuto dar corso alla richiesta in quanto le opere dovevano «obbligatoriamente essere precedentemente autorizzate sotto il profilo monumentale preminente su quello paesaggistico, circostanza di cui erano a conoscenza sia il Comune che la Trieste trasporti». Ciò è stato comunicato a queste amministrazioni dalla stessa Soprintendenza il 6 novembre. A seguito di contatti attuati per le vie brevi («Modalità collaborativamente seguita dalla Soprintendenza proprie per cercare di snellire e sveltire le procedure») il 7 novembre è giunta dalla Trieste trasporti la richiesta di autorizzazione monumentale, «mai presentata prima - fa rilevare Picchione - ma ancora incompleta», il che è stato fatto rilevare ai richiedenti. Arrivata infine la documentazione, sebbene ancora carente nelle copie dei grafici, il 3 dicembre è stata rilasciata l’autorizzazione monumentale. Concluso questo procedimento sotto il profilo monumentale, «è stata prontamente evasa - aggiunge la soprintendente - la conseguente pratica paesaggistica che il Comune dovrà integrare con le prescrizioni impartite». La conclusione di Picchione è che «nulla può essere addebitato alla Soprintendenza circa tempistiche, procedure e provvedimenti di vincolo. Al contrario, i funzionari responsabili del procedimento si sono prodigati pur nella condizione di perdurante carenza di organico che trova ulteriori dispersioni di tempo proprio in casi come questo in cui gli enti proponenti non seguono correttamente le procedure».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo