Sul caso Schiavon ora si muove anche l’Ordine degli infermieri

Dopo la sospensione da parte del Consiglio di indirizzo della Fondazione Carigo, in cui era entrato nel 2017, Mario Schiavon, presidente dell’Enpapi, l’ente di previdenza degli infermieri, arrestato il 19 febbraio per reati di corruzione legati alla carica, ora rischia anche un ben più grave provvedimento disciplinare da parte dell’Ordine professioni infermieristiche di Gorizia, cui appartiene. L’Opi isontino e la sua presidente Gloria Giuricin, infatti, si sono attivati per poter assumere una decisione in merito, visto che a due settimane dal provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip di Roma, su richiesta della competente Procura, l’Ordine non ha ricevuto alcuna comunicazione dalle autorità giudiziarie. «Come sarebbe dovuto avvenire, perché la Procura avrebbe dovuto comunicare all’ordine professionale, un ente pubblico, l’inizio di un procedimento a carico dell’iscritto», afferma l’avvocato Massimo Bruno, cui l’Opi di Gorizia si è rivolto per reperire la documentazione necessaria a valutare l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti di Schiavon.
È questo il mandato assegnato all’avvocato Bruno, come spiega il direttivo dell’Opi in una nota. «La comunità dei professionisti infermieri è scossa – afferma il direttivo –, ma l’Ordine in quanto tale deve vigilare sulla condotta dei propri iscritti e intervenire laddove vi siano evidenti comportamenti illeciti». Un ordine professionale, però, come rileva anche il legale, non può agire in assenza di una documentazione ufficiale. «Avendo ricevuto notizie del fatto attraverso stampa, i social, nemmeno dalle tv di Stato e ancor meno attraverso un canale istituzionale – afferma il direttivo –, abbiamo immediatamente fatto richiesta alla Procura della documentazione attestante quanto riferito dai giornali».
Alle spalle, pare, le critiche ricevute sui social, a livello nazionale, per non aver preso alcun provvedimento nei confronti del suo iscritto. L’Opi isontino tiene a sottolineare quindi di essersi anche preoccupato della situazione dell’Enpapi per i suoi liberi professionisti. La Federazione nazionale, attraverso la presidente Barbara Mangiacavalli, ha in ogni sollecitato l’Enpapi, subito dopo l’arresto di Schiavon, per avere ragguagli sullo stato della Cassa di previdenza degli infermieri e sulla continuità amministrativa dell’ente previdenziale. «Abbiamo pubblicato sul sito tutte le informazioni, per altro tranquillizzanti, ricevute dalla Federazione – aggiunge il direttivo – e nessun altro collegamento, tranne appunto l’iscrizione all’Ordine c’è tra Schiavon e l’Opi di Gorizia». In attesa di riscontri della magistratura, l’Opi assicura sulla messa in atto di qualsivoglia evento lesivo della professione e del codice deontologico. «Attendiamo fiduciosi il lavoro della magistratura e, se ci sarà richiesto – dice il direttivo dell’Opi –, collaboreremo con gli organi deputati alla ricerca della verità». —
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