Sul caso-Idealservice confronto a Gradisca tra azienda e residenti

La giunta rassicura gli abitanti di Borgo Basiol sui siti potenzialmente pericolosi per la salute pubblica
Di Luigi Murciano

GRADISCA. Siti potenzialmente pericolosi per la salute in borgo Basiol, dal Consiglio comunale arrivano risposte agrodolci. Lunedì sera a palazzo Torriani era palpabile l’attesa per la presa di posizione ufficiale della giunta Tommasini in merito alle due “spine” della periferia: ovvero l’ampliamento del sito di stoccaggio rifiuti IdealService e la reale situazione del dismesso capannone della FriulResine. Due nodi che avevano indotto anche la lista civica Rinnovare, una delle gambe su cui poggia l’esecutivo della Fortezza, a presentare un’interrogazione nei confronti dell’amministrazione.

Un risultato importante i residenti delle borgate (ma diremmo la cittadinanza tutta) l’hanno ottenuto: vale a dire l’impegno del Comune, assicurato coram populo dall’assessore all’Ambiente Enea Giuliani, ad organizzare entro un mese un incontro pubblico con i rappresentanti della società gradiscana IdealService, autrice della domanda di ampliamento, dell’Arpa e soprattutto della Provincia di Gorizia. «È stato quest’ultimo ente, che presiede la Conferenza dei Servizi, a dare il proprio nullaosta all’ampliamento del sito – ha spiegato Giuliani -. Da parte nostra il parere era ed è sempre stato contrario, ma purtroppo non vincolante. Ad ogni modo – ha proseguito Giuliani, che nei giorni scorsi si è sentito con la sua omologa in Provincia, Mara Cernic – se la domanda presentata dai privati ha completato il suo iter è perché essa è risultata evidentemente rispettosa di tutti i paletti imposti dalle normative. Abbiamo ricevuto rassicurazioni sull’impatto contenuto di tale ampliamento». Mugugna l’opposizione, che snocciola le cifre: la superficie coperta dell’area di deposito con l’espansione arriverebbe a circa 638 mq (con un incremento di circa il 50% rispetto all’attuale) entro 24 mesi. Si amplierebbero le tipologie di rifiuti pericolosi trattati. La potenzialità massima di stoccaggio dell’impianto salirebbe a 350 tonnellate, con un incremento del 600%, mentre il traffico di mezzi crescerebbe sino a 42 camion al giorno, pari a oltre 5 veicoli all’ora. Ma la sensazione è che le maggiori aspettative dei cittadini del Basiol fossero sulla situazione del dismesso stabilimento della FriulResine, sempre in via dell’Industria. Un’azienda che era attiva nel settore della produzione di gommaspugna e materie plastiche espanse. Il sito industriale, secondo un dossier del 2001, era fra i 31 impianti del Friuli Venezia Giulia “a rischio di incidente rilevante” secondo i parametri della direttiva Seveso. Insomma, un insediamento pericoloso in caso di incidente. I cittadini vorrebbero la garanzia che quel capannone sia stato adeguatamente bonificato dai materiali pericolosi. L’assessore Giuliani ha rivelato come potrebbe esservi alle porte l’acquisizione dello stabilimento nell’ambito di un assorbimento della FriulResine da parte di un’altra società, e ha informato sulla possibile presenza di componenti in amianto all’interno del capannone. «Bene la risposta sull’amianto – fanno sapere i cittadini – ma non può bastarci. La nostra preoccupazione è soprattutto la presenza di eventuali materiali residui della produzione, le cui esalazioni sarebbero altamente nocivi per l’ambiente e la salute, nel caso malaugurato si verificasse un incidente nel capannone. Per questo chiediamo che all’incontro pubblico su IdealService si parli anche e ancora di FriulResine».

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