Su Pramollo si abbatte la valanga russa

Imprenditore ex sovietico acquista lo storico albergo Wulfenia dalla famiglia Pucher. La gestione al pontebbano Bearzotti
Di Marco di Blas

UDINE. Il Friuli Venezia Giulia ha atteso 40 anni per agganciarsi al polo sciistico di Pramollo con una telecabina di cui è stato finalmente approvato il project financing, ma i cui lavori incominceranno, si spera, nel 2015. Ai russi invece sono bastate un paio di settimane per convincersi a metter piede nel centro turistico carinziano, sopra Pontebba, subito al di là del confine. Lo hanno fatto acquistando l’hotel più importante e prestigioso della località: il “Wulfenia”. Dai primi di novembre, giorni in cui è stato firmato il contratto di compravendita, il grande impianto alberghiero non appartiene più alla famiglia Pucher, ma a un banchiere “venuto dal freddo”, con una valigia piena di soldi. L’evento si può davvero definire storico, perché il “Wulfenia” non era più il migliore albergo del comprensorio, superato in qualità e servizi da altre strutture più recenti, come il Robinson Club alla Schlanitzen Alm o il “Carinzia” a Tröpolach, ma era il simbolo di Pramollo, perché il primo ad essere costruito nella zona già negli anni ’60. Era stato Arnold Pucher, il pioniere di Pramollo-Nassfeld, a volerlo proprio lì. Pucher era di Villach, ma aveva scoperto che in tutta la Carinzia proprio in quell’area al confine con l’Italia le precipitazioni nevose erano più abbondanti, grazie all’aria umida che risaliva dall’Adriatico. Così aveva deciso di investirvi i suoi soldi e le sue speranze, offrendo con largo anticipo servizi che altrove sarebbero arrivati soltanto decenni più tardi (si pensi soltanto alla piscina interna, con vista sui campi di sci). Il tempo gli ha dato ragione, ma la sua avventura alberghiera è finita praticamente con lui. Una decina di anni fa Pucher, ormai in età avanzata, si era fatto da parte, lasciando il “Wulfenia” al figlio primogenito che si chiama Arnold come lui (seguito da un “junior” per evitare fraintendimenti) e l’altro albergo di sua proprietà, il “Sonnenalpe”, al figlio minore Michael. Gli “eredi” non hanno dimostrato la stessa attitudine alberghiera del genitore. Già nella stagione 2010-11 la gestione del “Sonnenalpe” è passata al gruppo alberghiero sudtirolese Falkensteiner. Michael Pucher ne è rimasto proprietario, ma la passerella coperta in legno che lo collegava al “Wulfenia” del fratello, subito al di là della strada, è stata smantellata. Mai come in questo caso l’espressione “tagliare i ponti” ha assunto un significato non soltanto metaforico. Prima della cessione a Flakensteiner Michael Pucher aveva sottoposto il “Sonnenalpe” a radicali lavori di ristrutturazione, esponendosi molto con le banche, per un investimento di alcune decine di milioni. Nel contratto stipulato con la catena alberghiera sudtirolese gli è stato riservato il ruolo di “direttore tecnico”, un compito marginale, perché evidentemente Falkensteiner vuole avere mano libera nella gestione commerciale vera e propria della struttura. Quanto al “Wulfenia”, l’altra grande novità di questi giorni è che il nuovo proprietario russo ne ha affidato la gestione a Riccardo Bearzotti, il pontebbano già proprietario del “Gallo forcello”, uno dei due hotel ha ridosso dell’ex confine di Stato, in territorio italiano.

Bearzotti ieri era a Vienna, dove non ci è stato possibile raggiungerlo telefonicamente. A quanto si appreso da altre fonti, la sua dovrebbe essere una gestione provvisoria, per garantire l’esercizio dell’hotel nell’imminente stagione turistica invernale, ma già in primavera, nei mesi di chiusura, l’immobile dovrebbe essere sottoposto a radicali lavori di ristrutturazione. E i Pucher? Arnold Pucher junior risiede abitualmente a Fagagna, in prossimità del Golf club. È un cuoco eccellente, menzionato nelle guide Michelin e Gault Millau, ma “stelle” e “cappelli” (ne aveva addirittura tre, che in Carinzia significa il massimo) erano scivolati via, in seguito alla chiusura estiva del “Wulfenia” negli ultimi 10 anni.

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